Verona, videosorveglianza diffusa e intelligente

Paola Fusco

Parte da Verona la videosorveglianza diffusa del territorio per la sicurezza del cittadino, la prevenzione e il contrasto della criminalità. Il progetto pilota è stato presentato oggi dal ministro
dell’Interno Roberto Maroni e dal sindaco della città Flavio Tosi. "E’ un sistema che mette in collegamento tutti i sistemi di videosorveglianza pubblici e privati esistenti sul territorio. Metterli in connessione tra di loro – ha spiegato il ministro dell’Interno- vuol dire controllare il territorio con un sistema intelligente, in tempi rapidi, e scovare i criminali che commettono un reato". Il titolare del Viminale ha spiegato che "è l’esperimento a livello più avanzato di un sistema integrato di videosorveglianza, ma al tempo stesso permette un’analisi in tempi rapidi delle immagini e individua quelle utili". Secondo Maroni "questo sistema serve anche soprattutto per prevenire i reati e eventuali atti di terrorismo in luoghi sensibili come ad esempio la sala di un aeroporto".
Elemento base della nuova soluzione di videosorveglianza per Verona è un Centro servizi in grado di recuperare i filmati relative alle videocamere operative sul territorio, analizzarli, elaborarli e metterli a disposizione delle forze dell’ordine come ausilio alla fase investigativa. I filmati video elaboratori e proposti al Centro Servizi Video sono quelli catturati dalle videocamere di proprietà di enti pubblici (locali e
centrali) e aziende private, (servizi postali, banche, catene di grande distribuzioni) presenti sull’intero territorio. Le videocamere di sorveglianza sono infatti utilizzate da enti pubblici e aziende per
la gestione di problemi di sicurezza fisica, ma in virtù della loro collocazione, sono in grado di riprendere anche eventuali eventi criminosi. Il sistema è stato ideato da Ibm e Italtel e consente di
acquisire e elaborare informazioni e dati critici per la sicurezza per la protezione di cittadini e infrastrutture, tramite diverse piattaforme hardware e software.
Al processo di acquisizione delle immagini, operato dalle telecamere posizionate sul territorio, il sistema Ibm aggiunge una vera e propria fase di analisi dei filmati, effettuata sulla base di criteri prestabiliti (per esempio il riconoscimento di un determinato modello comportamentale) la quale consente agli operatori un’immediata evidenza delle situazioni critiche e la loro segnalazione alle forze dell’ordine. Nel contempo, dalla memorizzazione dei contenuti e dalla loro catalogazione, indicizzata in un data-base viene anche assicurata la disponibilità per statistiche e analisi investigative. Il cuore del processo del Centro Servizi Video per la città di Verona è rappresentato dal software di videoanalisi SVS, acronimo di Smart Vision Suite, che garantisce la capacità elaborativa e il motore di intelligenza dell’intero sistema. Ed è stato ideato e progettato dalla ricerca di Ibm. Il ministro dell’Interno Roberto Maroni nel presentare il nuovo sistema di sicurezza ha spiegato che "è stata scelta Verona perché questa città ha un sistema di videosorveglianza già molto diffuso (già 500 sono le telecamere in rete e il progetto è quello di arrivare fino a 3.000, ndr), il comune ha investito molto in questo settore. E anche Verona ha una dimensione di città intermedia, tra quelle più piccole e quelle più grandi che ci
consente di sviluppare il test che potrà poi essere utilizzato in tutte le altre realtà". Il titolare del Viminale ha quindi sottolineato "voglio ringraziare il sindaco di Verona Flavio Tosi, le associazioni di
categoria, commercianti in primis, perché hanno aderito subito a questa iniziativa importante che stiamo sperimentando in città".
Il ministro dell’Interno Roberto Maroni ha quindi sottolineato che "questo nuovo sistema di videosorveglianza è in grado di lanciare allarmi intelligenti e servirà per prevenire i reati e atti terroristici. Un’iniziativa importante. Fra sei mesi faremo una valutazione sulla sua efficienza, ma sono certo che funzionerà. Poi il ‘modello Verona’ per la sicurezza urbana potrà
essere esportato in altre città. Ma, soprattutto – ha tenuto a precisare Maroni – non ha precedenti a livello europeo e quindi potrà essere esportato anche in altri paesi".