Ci rubano i dati e ci chiedono il riscatto

redazione

Trend Micro, leader globale nella sicurezza per il cloud, avverte che il numero di utenti colpiti da quest’ultima generazione di Ransomware potrebbe aumentare esponenzialmente, causando gravi danni.

CryptoLocker si propaga attraverso allegati di posta elettronica, che una volta aperti innescano un trojan che crittografa i documenti dell’utente memorizzati sull’hard disk, rendendoli inaccessibili. In perfetto stile Ransomware (dall’inglese Ranson = riscatto) all’utente viene chiesto di pagare una somma in denaro per riavere i propri documenti, mettendolo sotto pressione attraverso una schermata che propone un impietoso conto alla rovescia, di solito non oltre le 72-96 ore. Se l’utente non effettua il versamento del riscatto, la chiave di cifratura viene definitivamente cancellata dai server dei criminali informatici.

Trend Micro consiglia però a tutti gli utenti colpiti da questo Ransomware di non cedere al ricatto e di non pagare alcuna somma per decriptare i file, perché questo significherebbe regalare ai cybercriminali i propri dati sensibili – come ad esempio account e password bancarie – il ché li esporrebbe inevitabilmente a ulteriori rischi in futuro.

 

L’evoluzione del malware Ransomware testimonia ancora una volta come il crimine informatico sia in continua evoluzione e sfrutti le nuove tecnologie per rendere ancora più consistenti i propri attacchi.

La cifratura utilizzata dai criminali che si nascondono dietro Cryptolocker è sostanzialmente impenetrabile (RSA a 2048 bit), per cui una volta che l’attacco ha avuto luogo è troppo tardi per porvi rimedio, a meno che la vittima possieda una copia di scorta isolata (backup offline) dei propri dati. Un sistema di backup in rete rischia infatti di essere inutile, perché Cryptolocker è capace in certi casi di raggiungere anche quella copia e cifrarla.