Esef: rilanciare la rete infrastrutturale

Riccardo Fraddosio

  Un summit tra parlamento, governo, economisti e mondo delle imprese sul destino e lo sviluppo delle infrastrutture del nostro Paese. Un solo scopo: promuovere il rilancio economico dell’Italia e rendere più semplice la vita del cittadino. Queste sono le premesse della tavola rotonda organizzata dall’Esef (European Service Economic Forum) che si è tenuta ieri al Centro Congressi di Montecitorio, a Roma. “Questo governo si è trovato in una situazione gravissima – ha spiegato Ugo Martinat, Sottosegretario allo Sviluppo economico –. Stiamo pagando lo scotto della crisi finanziaria internazionale e di due anni di malgoverno Prodi. L’Italia però – ha continuato Martinat –  non può rimanere indietro in un campo tanto importante come quello della rete infrastrutturale, e, proprio per questo, stiamo lanciando una serie di iniziative volte al recupero di questo nostro deficit, per arrivare a ciò che è stato da sempre il nostro sogno: 50% di gas e petrolio, 20% di energia nucleare, 20% di energie rinnovabili”. E facendo eco al sottosegretario Martinat, Mauro Moretti, ad delle Ferrovie di Stato, si è detto convinto che l’Italia sta già conoscendo una ripresa dello sviluppo delle sue infrastrutture, e che, in questo campo, “non bisogna essere quantitativi”, perché “i confronti con gli altri Paesi si fanno in misura di servizi prodotti”. Anche Stefano Conti, Direttore Affari Istituzionali Terna, ha confermato che “si stanno facendo passi avanti” soprattutto per quanto riguarda il piano di investimenti del sistema elettrico, il quale, grazie a un quadro di regole ben concepito, “non pesa quasi per niente sui soldi di finanza pubblica”. I principali problemi riscontrati dalla maggior parte gli interlocutori sono stati due: l’opposizione degli enti locali e la lentezza delle procedure di autorizzazione. Franco Bassanini, presidente dell’Astrid, ha spiegato il problema in questi termini: “La Cina ha già approvato un piano da 520 miliardi di dollari per combattere la recessione e incentivare i consumi. Tra poco Pechino avrà i suoi nuovi cantieri. Ma noi ci dovremmo chiedere se, anche volendo, potremmo aprire altri cantieri. Io credo che la lentezza delle procedure limiterebbe gli effetti benefici di ogni intervento statale che mirasse a contrastare la crisi”. Quindi, ha concluso: “Due sono le cose essenziali. Da un lato far rispettare il principio delle competenze per semplificare i meccanismi, e, dall’altro, introdurre nel metodo della concertazione con le amministrazioni locali una regola ferrea che dia al progettista tempi ed esiti certi”. Dunque semplicità amministrativa, organizzazione e razionalizzazione delle competenze, introduzione di un “vincolo temporale” nella logica della concertazione e misure per contrastare l’imminente recessione economica.  Il tutto, ovviamente, per rilanciare la competitività del sistema-Italia, anche per evitare – come ha sottolineato Giovanni Castellucci, ad Autostrade per l’Italia – che investitori esteri e nostrani spostino la loro attenzione su altri mercati. L’ultimo grande tema preso in esame dalla tavola rotonda è quello dell’Ict. “Al giorno d’oggi abbiamo miliardi di oggetti interconnessi e tecnologie digitali impressionanti – ha affermato Lucio Stanca, membro della Commissione per le Politiche Ue –. Questo è lo scenario su cui dovremmo riflettere: non c’è più un confine ben delineato fra struttura fisica e struttura digitale, ma, anzi, stiamo parlando della medesima cosa. Per capire ciò che sta avvenendo a livello mondiale forse dovremmo guardare al programma tecnologico del Presidente Usa Obama: digitalizzazione di tutti i dati clinici presenti nel sistema sanitario americano e forti incentivi per promuovere le reti di nuova generazione. In Italia, purtroppo, una seria riflessione sull’Ict è inesistente”. All’incontro di ESEF, è anche intervenuto l’on. Paolo Costa, presidente della commissione Trasporti del Parlamento Europeo, il quale ha evidenziato che “gli investimenti in infrastrutture rispondono innanzitutto alle esigenze di urgenza, per arrestare la spirale deflazione-recessione sopperendo alla carenza di spesa in consumi, e anche alle esigenze strategiche, per aumentare la capacità competitiva futura attraverso un arricchimento della dotazione di capitale fisso sociale”. Nell’occasione, ESEF ha presentato al governo una serie di proposte operative per aumentare il coordinamento tra i vari programmi infrastrutturali italiani e per attrarre maggiori finanziamenti pubblici e privati. In particolare, è stato proposto il finanziamento statale della garanzia assicurativa dei rendimenti obbligazionari delle infrastrutture, l’integrazione del quadro giuridico-istituzionale delle partnership pubblico-privato e l’adeguamento delle infrastrutture di telefonia fissa e mobile ai nuovi livelli tecnologici già diffusi nelle principali economie europee (i cosiddetti NGN, Next Generation Network). ESEF ha anche proposto al governo la creazione di un “tavolo di consultazione interdisciplinare” (formato da esperti, realtà industriali, investitori, operatori e istituzioni), in grado di fornire periodicamente pareri tecnici e di fattibilità dei progetti locali e nazionali ritenuti prioritari dalle autorità nazionali. “Sono due gli ostacoli principali allo sviluppo degli investimenti infrastrutturali: i vincoli amministrativi ed il debito pubblico”, ha dichiarato il presidente di ESEF, Chicco Testa. “E’ perciò indispensabile, in primo luogo, provvedere al superamento di questi vincoli amministrativi. Infatti, se le aziende di telecomunicazioni riescono a sviluppare maggiori progetti rispetto agli altri settori infrastrutturali, è dovuto soprattutto al numero inferiore degli adempimenti burocratici a cui sono obbligate nei confronti della Pubblica Amministrazione. In secondo luogo, visto il peso del debito pubblico sugli investimenti statali nel settore delle infrastrutture, si dimostra l’utilità concreta di migliorare ed aumentare il rapporto con gli investitori privati”.