GdF: Roma, scoperti 14 milioni di euro che dall’aeroporto di Fiumicino stavano per uscire illegalmente dall’Italia

Giuseppe Magliocco

Ammontano a 14 i milioni di euro scoperti dai finanzieri all’interno dell’aeroporto intercontinentale di Fiumicino nell’ambito dei controlli che le fiamme gialle ogni giorno effettuano a contrasto dei traffici internazionali di valuta in collaborazione con il personale delle Dogane e dei Monopoli.
Proprio nell’ambito di queste attività, i militari agli ordini del Col. Ernesto Bruno hanno contestato nell’hub capitolino 665 violazioni e sequestrato oltre 4 milioni e 400mila euro, con l’immediata riscossione di sanzioni amministrative per circa 300.000 euro.
Come noto, per il trasferimento di importi pari o superiori ai 10.000 euro occorre una dichiarazione doganale che troppe persone omettono però di presentare, e ciò determina una vera e propria emorragia di denaro contante che dall’Italia migra verso diverse destinazioni specialmente verso i paesi asiatici e quelli africani, in particolare quelli del Medio Oriente.
Molto ampio è poi il repertorio delle furberie messe in atto dai corrieri, tra i quali c’è stato chi nascondeva le banconote tra innocui pacchi regalo destinati alla famiglia, oppure in comuni scatole di cioccolatini, e persino chi aveva nascosto la valuta nell’intelaiatura delle valigie.
Non infrequenti sono poi i casi di persone che lasciano per tutto il viaggio valigie piene di soldi, recuperandole solo successivamente ai nastri trasportatori degli scali d’arrivo dopo averle lasciate al check-in di partenza, dunque con il concreto pericolo di perdere chissà dove tutto il preziosissimo carico pur di non incappare nei serrati controlli doganali.
Tutti stratagemmi che però finanzieri e doganieri riescono brillantemente a inattivare grazie complesse analisi di rischio messe a punto proprio per contrastare questi fenomeni illeciti, con procedure metodologiche ed esperienze di carattere operativo molto spesso adottate per i controlli anti-droga e che hanno portato il Corpo a dotarsi addirittura di cani (i c.d. “cash dog”) specificamente addestrati a fiutare le banconote.