276 milioni di dollari in un anno, ecco il mercato del Cybercrimine

Riccardo Fraddosio

 Duecentosettantasei milioni di dollari, questa è l’entità dei ricavi dei cybercriminali nel periodo preso in esame da uno studio condotto da Symantec, e cioè quello che va dal 1’ luglio 2007 al 30 giugno del 2008. Il risultato, presentato proprio oggi in California dall’azienda, è l’esito di un’indagine che analizza nel dettaglio lo scenario economico della pirateria informatica, una realtà che ha assunto le peculiarità di un mercato a tutti gli effetti, articolato su più livelli e avente dinamiche sovrannazionali. Nel rapporto Symantec si legge che di norma “i beni illegalmente sottratti e i servizi collegati alle frodi vengono venduti e acquistati su base regolare, dove il valore stimato dei prodotti offerti dai singoli operatori viene misurato in milioni di dollari”. Il risultato dell’inchiesta è stupefacente e porta di fronte all’opinione pubblica un dato allarmante: siamo di fronte ad un fenomeno ben strutturato, di portata globale. Si tratta di un mercato di 276 milioni di dollari, inquadrato dai ricercatori di Symantec utilizzando i prezzi degli stessi prodotti e servizi, misurando perciò il volume che ne sarebbe derivato se gli operatori avessero provveduto a liquidare l’intero stock. “La categoria di beni maggiormente pubblicizzata all’interno di questo scenario è quella delle informazioni relative alle carte di credito – fa sapere Symantec – le quali pesano per il 31% dei prodotti totali; se da un lato i numeri di carte di credito rubate valgono da un minimo di 0,10 a un massimo di 25 dollari a carta, il relativo limite medio di spesa osservato da Symantec superava i 4.000 dollari. Symantec ha inoltre calcolato che il valore potenziale di tutte le carte di credito pubblicizzate durante il periodo di riferimento sia stato pari a 5,3 miliardi di dollari […] Al secondo posto – continua l’inchiesta – si posizionano i conti bancari per il 20% del totale. Nonostante i dati inerenti i conti bancari sono venduti a un valore compreso fra i 10 e i 1.000 dollari, e il saldo medio di tali conti è di circa 40.000 dollari. Calcolando il saldo medio pubblicizzato di un conto bancario con il costo medio dei dati di un conto, il valore dei conti pubblicizzati durante il periodo esaminato ha raggiunto 1,7 miliardi di dollari. La popolarità di cui godono le informazioni relative ai conti bancari è da attribuirsi al potenziale che essi racchiudono in termini di elevati esborsi e della rapidità con cui questi avvengono. È infatti accaduto per esempio che conti bancari siano stati svuotati con trasferimenti online verso destinazioni non tracciabili nell’arco di soli 15 minuti”. Ma l’indagine non termina qui: durante il periodo preso in esame, Symantec ha rilevato 69.130 inserzionisti attivi e un totale di 44.321.095 di messaggi pubblicati sui forum sommersi. Il valore potenziale di tutti i beni proposti dai primi 10 inserzionisti maggiormente attivi era pari a 16,3 milioni di dollari per le carte di credito e 2 milioni di dollari per i conti bancari. E se poi andiamo a vedere la geografia dell’economia sommersa, scopriamo che il Nord America ha ospitato il maggior numero di server dedicati alle attività illegali, pari al 45% del totale. Il fenomeno, tuttavia, possiede ampie ramificazioni anche in Europa e in Medio Oriente.