5 motivi per cui l’Everywhere Workplace cambierà il modo di lavorare

redazione

Dopo due anni di lavoro a distanza a causa della pandemia, le aziende stanno invitando i dipendenti a tornare al lavoro in presenza, salvo poi scoprire che molti di loro non desiderano più un posto a tempo pieno in ufficio. Che piaccia o meno, l’Everywhere Workplace è destinato a restare e sta scardinando il modello aziendale tradizionale.

Di seguito cinque esempi di come l’Everywhere Workplace stia cambiando il modo di lavorare.

1. I dipendenti possono scegliere dove lavorare 

Con un tasso di disoccupazione in Italia sotto all’8% e molte aziende impegnate a ricoprire le posizioni aperte, i dipendenti hanno ora più margine per decidere dove e quando lavorare. Le “grandi dimissioni” hanno dimostrato che i lavoratori non hanno paura di licenziarsi se le aspettative non vengono soddisfatte. Il potenziale indebolimento dell’economia e l’incombente recessione non sono sufficienti a invertire completamente questa tendenza incentrata sul personale, perché l’Everywhere Workplace assicura che i dipendenti possono lavorare per qualsiasi azienda, ovunque e senza limiti geografici. Questo apre loro un vero e proprio ventaglio di opportunità.

Oggi i dipendenti guardano oltre lo stipendio e i benefit nel valutare una nuova posizione. L’Everywhere Workplace Report di Ivanti ha evidenziato che il 71% dei dipendenti preferisce lavorare in mobilità piuttosto che ricevere una promozione. Inoltre, il 24% degli intervistati lascerebbe il proprio impiego se il datore di lavoro applicasse la direttiva del rientro in ufficio a tempo pieno, e solo il 13% ha affermato di voler lavorare sempre in ufficio. Gli intervistati hanno indicato che i tre principali vantaggi del lavoro a distanza sono il risparmio di tempo dovuto alla riduzione del pendolarismo (48%), un migliore equilibrio tra vita privata e lavoro (43%) e la flessibilità dell’orario di lavoro (43%).

Peraltro, anche il nomadismo digitale continua a crescere, soprattutto tra le nuove generazioni. Un’indagine del 2021 commissionata da MBO ha rilevato che 15,5 milioni di lavoratori si definiscono attualmente come nomadi digitali, con un incremento del 112% rispetto al 2019. Questi dati, uniti alle notizie sulle reazioni dei dipendenti contro le aziende che richiedono il rientro in ufficio, rendono incerto il contesto attuale. I lavoratori chiedono di poter usufruire di una modalità di lavoro ibrida e sono disposti a lasciare il lavoro se non viene data loro questa possibilità.

2. L’orario di lavoro 9-18 sta scomparendo

Il vecchio concetto di pensare che tutti debbano condividere lo stesso spazio alla medesima ora per essere produttivi è stato superato. Sono finiti i tempi del modello di lavoro in ufficio 9-18, dal lunedì al venerdì. Oggi, se le aziende vogliono attrarre e trattenere i migliori talenti, devono prendere in considerazione la flessibilità degli orari di lavoro.

Il panorama attuale richiede un cambiamento che si concentri sul lavoro stesso e non su quando e dove viene svolto. I dipendenti sono alla ricerca di un migliore equilibrio tra lavoro e vita privata e alcune aziende stanno abbracciando questa nuova modalità sperimentando orari flessibili e settimane lavorative di quattro giorni. L’opportunità di creare un migliore equilibrio tra vita professionale e privata può tradursi in un aumento della produttività. La Survey Digital Worker Experience 2021 di Gartner ha sottolineato come il 43% degli intervistati abbia confermato che l’orario di lavoro flessibile li abbia aiutati a raggiungere una maggiore produttività. Quando le aziende si concentrano sui risultati e sulle prestazioni e non sulle ore lavorate, possono generare un ambiente di lavoro che favorisce produttività, efficienza e dipendenti più felici.

3. Comunicazione, collaborazione e cultura sono diventate priorità

Nell’Everywhere Workplace manca un punto d’incontro dove i dipendenti possano scambiare le conversazioni quotidiane intrinseche allo sviluppo di relazioni che, in ultima analisi, rafforzano la cultura aziendale. È necessario rivedere il modo in cui le aziende comunicano e facilitano la collaborazione per garantire il coinvolgimento continuo dei dipendenti e una cultura aziendale positiva. Il networking e il team building devono andare oltre la prossima e-mail o video call. Il management deve essere proattivo nel coinvolgere i dipendenti e sviluppare una cultura vincente. Per creare quelle interazioni sociali che rendono il lavoro qualcosa di più delle scadenze e dei risultati è necessario anche uno spostamento delle attività delle HR, dai processi alle persone, con la creazione di una cultura dell’ambiente di lavoro inclusiva e coinvolgente.

4. Occorre avere una mentalità orientata al dipendente

Employee experience di qualità hanno un effetto a catena sull’azienda. Si traducono in dipendenti felici che diventano più produttivi e, di conseguenza, in clienti soddisfatti. Deve essere una priorità per la classe dirigente perché è direttamente correlata non solo alla loro produttività, ma anche al morale e alla soddisfazione sul lavoro. L’employee experience comprende tutto, da quanto i dipendenti si sentono apprezzati sul posto di lavoro al tipo di tecnologia che utilizzano per svolgere le attività cui sono assegnati. I “knowledge worker” sono sempre più attenti agli strumenti e ai dispositivi che utilizzano e all’esperienza d’uso che ne deriva. Un recente studio di Ivanti ha rivelato che il 49% dei dipendenti si sente frustrato dalla tecnologia fornita dall’azienda e il 26% sta pensando di lasciare il proprio lavoro per questo motivo. Se le aziende sperano di attrarre e trattenere i migliori talenti e di aumentare la produttività, è necessario il passaggio a una mentalità incentrata sul dipendente. I datori di lavoro devono occuparsi attivamente del coinvolgimento dei dipendenti, del loro benessere e degli strumenti di cui hanno bisogno per svolgere al meglio il proprio lavoro.

5. Il responsabile IT deve essere coinvolto nelle decisioni strategiche

Con l’espansione dell’Everywhere Workplace aumenta anche il numero di dispositivi, applicazioni e tecnologie necessarie per una produttività costante. L’IT è responsabile dell’individuazione e della gestione di un numero sempre maggiore di dispositivi in rete ed esterni e della loro protezione in modo non invasivo per l’utente. Con l’aumento dei dipendenti che utilizzano dispositivi personali per lavoro, aumenta il rischio di cybersecurity. Le aziende si affidano all’IT per stabilire protocolli di sicurezza che riducano i rischi e le violazioni delle policy. Il ruolo dell’IT non è solo quello di fornire supporto all’help desk: è essenziale per l’Employee Experience e per la sicurezza dell’azienda. Con una posta in gioco così alta, l’IT deve essere coinvolto in qualsiasi decisione sulle policy e sugli investimenti tecnologici.

L’Everywhere Workplace è destinato a restare e per questo è necessario vincere la sfida e cambiare radicalmente il modello di business aziendale. Oggi i decisori possono rendere innovative le loro organizzazioni, se sono disposti a promuovere questo cambiamento.

Di Sal Viveros, Head of Global Corp Communications di Ivanti