Padova, follia e violenza prima in carcere e poi in ospedale per le intemperanze di un detenuto straniero. La protesta del SAPPE

redazione

Una situazione di alta tensione si è verificata questa notte nella Casa di Reclusione di Padova. La notizia è diffusa dal Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE.
Commenta Giovanni Vona, segretario nazionale per il Triveneto del SAPPE: “E’ successo che questa notte verso le ore 01:00, presso la Casa di Reclusione di Padova ancora una volta il personale di Polizia Penitenziaria ha vissuto attimi di terrore. Un detenuto di nazionalità tunisina e di religione islamica ha cercato di porre fine alla propria vita cercando di impiccarsi (anche se è probabile che si trattasse più di una simulazione). Per ovvi motivi, il medesimo detenuto è stato inviato al pronto soccorso dell’ospedale di Padova per consulenza psichiatrica. Giunto sul posto, lo straniero ha dapprima cercato di sottrarre l’arma ad un poliziotto penitenziario di scorta, non riuscendoci, e poi ha creato il caos all’interno del reparto ospedaliero. La situazione è diventata talmente insostenibile che i medici stessi hanno optato per un trattamento sanitario obbligatorio, ossia hanno deciso di sedarlo per ovvi motivi di ordine e sicurezza pubblica. Sul posto sono intervenuto anche i vigili urbani; all’inizio per la notifica del provvedimento sindacale e poi, circa 11 vigili, probabilmente per la gravità del fatto in corso. Il tutto accade solo a pochi giorni dove ancora una volta a soccombere a questi atti di gratuita violenza è il Personale di Polizia Penitenziaria e a pochi giorni (4 dicembre) dall’incontro del capo del DAP con i dirigenti penitenziari della regione del Triveneto, ove, ci viene riferito, che al capo del DAP è stata rappresentata una situazione rosea e ciò in modo particolare per la CR di Padova. Tutto ciò a conferma che i motivi per il quale il 13 e 14 dicembre il personale della la Casa di Reclusione di Padova si asterrà (fatto questo già programmato precedentemente) dal consumare il pasto di servizio (una specie di sciopero della fame) per protestare contro una situazione di malessere organizzativo della sicurezza, passiva e attiva, sia dell’istituto che del personale di Polizia Penitenziaria che lavora all’interno dell’istituto patavino. L’episodio di questa notte si pè concluso con un ricovero del detenuto e con agenti che hanno riportato ferite guaribili con prognosi varie . Bravi i Poliziotti pronti ad intervenire riportando le generali esigenze di sicurezza“,
“Ogni giorno nelle carceri italiani succede qualcosa, ed è quasi diventato ordinario denunciare quel che accade tra le sbarre”, denuncia Donato Capece, segretario generale SAPPE. “Quanto accaduto a Padova questa evidenzia come le tensioni e le criticità nel sistema dell’esecuzione della pena in Italia sono costanti. E rispetto all’ennesima emergenza legata al sovraffollamento, con oltre 60mila detenuti presenti nelle carceri italiane, èsolamente grazie ai poliziotti penitenziari, gli eroi silenziosi del quotidiano a cui va il ringraziamento del SAPPE per quello che fanno ogni giorno, se il numero delle tragedie in carcere è fortunatamente contenuto e se si riesce a contrastare le intemperanza e le violenze di una parte di popolazione detenuta aggressiva e violenta”.
Il Segretario Generale del SAPPE esprime infine apprezzamento e vicinanza al Personale di Polizia Penitenziaria in servizio nel carcere di Padova ed auspica che “il ministero della Giustizia riconosca loro una adeguata ricompensa per le eccellenti capacità professionali e umane con le quali hanno gestito il gravissimo evento critico, che avrebbe potuto avere peggiori conseguenze se l’intervento degli Agenti non fosse stato appunto tempestivo”.