Afghanistan, commozione al funerali degli alpini

red
Una folla commossa ha riempito la Basilica di Santa Maria degli Angeli per l’ultimo saluto ai caporali
maggiori Gianmarco Manca, Francesco Vannozzi, Sebastiano Ville e Marco Pedone i quattro alpini uccisi nell’attentato nella Valle del Gulistan, in Afghanistan, sabato scorso. In prima fila nella
chiesa i familiari dei soldati e e le più alte cariche dello Stato: il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, i Presidenti di Senato e Camera Renato Schifani e Gianfranco Fini, esponenti del Governo e dei partiti di maggioranza e opposizione. Assente il premier Silvio Berlusconi, che ieri si è sottoposto a un intervento chirurgico alla mano. Un lungo applauso ha accolto sia all’entrata che all’uscita della Basilica le quattro bare. Intanto, sul fronte della politica continua lo ‘scontro’ se
armare o meno i nostri aerei di bombe a protezione delle nostre truppe impegnate in Afghanistan.
Il segretario del Pd Pierluigi Bersani afferma: "E’ assurdo adesso mettersi a parlare di bombe, totalmente assurdo, serve invece parlare di un’ altra cosa: quali sono le prospettive reali per mettere in sicurezza quel paese e determinare il rientro. E su questo bisogna approfondire, il governo italiano
ha la responsabilita’ di dire la sua e di vedere gia’ nell’ appuntamento della prossima settimana e in particolare in quello di novembre della Nato che venga fuori una road map piu’ precisa". Bombe italiane in Afghanistan? Per il presidente Idv, Antonio Di Pietro, quella di "portare la pace con le bombe e’ un’ idea malsana, che serve soltanto a colpire ‘ n’ do cojo cojo’, civili e militari, aumentando i rischi di una guerra globale, invece che riportare pace e serenita’. Proprio per questo l’ Idv e’ determinata a fare in modo che immediatamente si riportino a casa i nostri soldati, invece di riportare bare". Il ministro degli Esteri Franco Frattini in un’ intervista a "La Repubblica" invece afferma che Il "timing" del ritiro dei militari italiani dall’ Afghanistan "inizia a essere definito: estate 2011 per l’ inizio graduale, con l’ intenzione di completarlo nel 2014". "Ogni legittimo confronto politico sulla strategia e sulle prospettive della missione delle Nazioni Unite in Afghanistan non puo’ prescindere dal rispetto per il sacrificio di tutti i caduti tra i militari che vi hanno partecipato e dalla volonta’ di raccogliere i frutti del loro sacrificio nell’interesse della comunita’ internazionale, della pace e della stabilita’ di una regione tormentata". E’ quanto afferma in una nota diffusa dal Quirinale il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. "Ancora un abbraccio di dolore e di solidarieta’, a nome di tutti gli italiani, ai genitori, ai famigliari dei nostri quattro alpini caduti. Dobbiamo a questi ragazzi – e’ l’inizio della dichiarazione del Capo dello Stato – infinita riconoscenza per aver sacrificato le loro giovani vite servendo con altruismo e coraggio una causa giusta e facendo onore nel modo piu’ alto al loro e nostro paese, all’Italia". "Erano in Afghanistan, partecipando ad una missione necessariamente militare e nello stesso tempo civile e costruttiva, non per recare offesa alla liberta’ di un altro popolo ne’ per risolvere con la guerra una controversia con quel paese: ma per rispondere – rileva Napolitano – all’appello di quelle organizzazioni internazionali, di cui parla l’art. 11 della nostra Costituzione, impegnate ad assicurare la pace e la giustizia fra le nazioni".