Afghanistan, decremento truppe nel 2013

Paola Fusco

Il contingente militare italiano in Afghanistan ”sfiorerà la soglia dei 4.000 uomini e donne entro
la fine di quest’anno, ma il nostro impegno è destinato a decrescere entro il 2013, fino a far poi rientrare tutti i nostri soldati, perche’ abbiamo il ragione convincimento che il governo e le forze di sicurezza afgane riusciranno ad essere autosufficienti entro quella data”. Lo ha detto il ministro
della Difesa, Ignazio La Russa, parlando con i giornalisti a margine della cerimonia di chiusura dell’ anno accademico del Casd (Centro Alti Studi della Difesa). Il ministro, dopo aver ribadito che sulla sicurezza dei militari italiani non verra’ mai fatta alcuna economia, ha detto di ritenere che ” gia’ nel 2011 sara’ possibile vedere concreti risultati sul terreno e quindi cominciare a pensare a ipotesi di
riorganizzazione delle forze. Realisticamente, possiamo prevedere pero’ che il governo afgano non potra’ assumere la responsabilita’ principale delle operazioni militari e di polizia prima di due anni. Ecco perche’ – ha concluso – dovremo essere in grado non solo di accrescere temporaneamente il nostro
sforzo, come sta accadendo appunto in questi mesi, ma anche di mantenere sul terreno le forze necessarie al completamento della fase di transizione per il tempo che risultera’ necessario”. Ignazio La Russa ci riprova: il ddl che istituisce la mini naia vorrebbe farlo approvare dal Parlamento prima di agosto. Lo conferma lo stesso ministro della difesa durante la cerimonia di chiusura dell’ anno accademico del Casd e annuncia che se il ddl non verra’ approvato anche questa estate 5 mila ragazzi potranno passare tre settimane nelle strutture delle forze armate per prendere dimestichezza con il mondo militare. La Russa ha auspicato una rapida approvazione del ddl anche se ammette che delle resistenze ci sono, da parte di quell’"antico e meschinello anti militarismo" che ancora e’
presente in Parlamento.