Aosta, perquisizione in carcere: trovati droga e telefono cellulare in una cella

redazione

Fruttuosa perquisizione in carcere, venerdì scorso, nella Casa circondariale di Aosta. Gli uomini della Polizia Penitenziaria hanno infatti esaminato e perquisito ogni anfratto del carcere valdostano trovando, in una cella, un telefono cellulare e droga. A darne notizia è Massimo Chiepolo, Segretario del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE.
“Nella giornata di venerdì un’altra brillante operazione della Polizia Penitenziaria di Aosta che durante una perquisizione è riuscita a trovare e sequestrare un microtelefono cellulare ed alcune dosi di stupefacente. Prosegue, quindi, la striscia di rinvenimenti di apparecchi telefonici che solamente le instancabili indagini dei poliziotti riescono sinora a contrastare, mentre servirebbero adeguati mezzi tecnologici per la prevenzione e per l’oscuramento del segnale telefonico nelle aree detentive.Al Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria rinnoviamo la richiesta di interventi concreti ed urgenti come, ad esempio, la dotazione al Reparto di Polizia Penitenziaria di Aosta di adeguata strumentazione tecnologica per contrastare l’indebito uso di telefoni cellulari o altra strumentazione elettronica da parte dei detenuti nei penitenziari italiani”, aggiunge il dirigente valdostano del SAPPE.
“Il rinvenimento è avvenuto – spiega Donato Capece, Segretario Generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, – grazie all’attenzione, allo scrupolo e alla professionalità di Personale di Polizia Penitenziaria in servizio”.Capece ricorda anche come “sulla questione relativa all’utilizzo abusivo di telefoni cellulari e di altra strumentazione tecnologica che può permettere comunicazioni non consentite è ormai indifferibile adottare tutti quegli interventi che mettano in grado la Polizia Penitenziaria di contrastare la rapida innovazione tecnologica e la continua miniaturizzazione degli apparecchi, che risultano sempre meno rilevabili con i normali strumenti di controllo”.
“Per stroncare l’uso di telefoni cellulari in carcere” – conclude Capece – “appaiono indispensabili, nei penitenziari per adulti e per minori, interventi immediati compresa la possibilità di “schermare” gli istituti penitenziari al fine di neutralizzare la possibilità di utilizzo di qualsiasi mezzo di comunicazione non consentito e quella di dotare tutti i reparti di Polizia Penitenziaria di appositi rilevatori di telefoni cellulari per ristabilire serenità lavorativa ed efficienza istituzionale, anche attraverso adeguati ed urgenti stanziamenti finanziari”.