Autovelox, un’altra maxi truffa

Gian Luca Berruti

Sono serviti alcuni anni d’indagini ma, alla fine, i finanzieri del Comando Provinciale di Brescia sono riusciti a chiudere il cerchio sul giro truffaldino messo in atto da B.D., 60 anni, responsabile della ditta “Garda Segnale srl” da tempo al centro di note quanto scottanti vicende legate alle apparecchiature autovelox irregolari.
B.D., già balzato agli onori delle cronache egli anni ’90 poiché al centro di diverse indagini penali nate sugli appalti per la gestione di servizi di rilevamento delle infrazioni al codice della strada tramite autovelox, è nuovamente finito nel mirino degli investigatori per altre gravissime irregolarità commesse nell’ambito della stessa attività.
La società “Garda Segnale srl” era stata sottoposta ad indagini anche da parte della Guardia di Finanza di Sala Consilina (SA) che si erano concluse con la contestazione di circa 82.000 violazioni al codice della strada con indebite richieste di sanzioni per circa 11,5 milioni di euro.
I due filoni investigativi condotti dalle Fiamme Gialle bresciane e salernitane hanno permesso di appurare che B.D. – attraverso una cinquantina di autovelox di cui solo due omologati – era in molti casi riuscito ad ottenere gli appalti da numerose amministrazioni comunali attraverso finte gare a cui partecipavano solo ditte a lui riconducibili, ovverossia attraverso una molteplicità di “servizi aggiuntivi” tra i quali, ad esempio, l’incarico retribuito di “video-terminalista” a favore di una persona sovente designata dal Comandante della Polizia Locale.
Secondo gli inquirenti, in tutti i verbali prodotti dalle apparecchiature della “Garda Segnale srl”, grazie ad un sofisticato sistema informatico, venivano sempre falsamente riportate le matricole delle due uniche apparecchiature omologate di cui la ditta stessa era in possesso ma che, alla prova dei fatti, risultavano inspiegabilmente e contemporaneamente presenti in più punti del territorio italiano.
Tale artificio, peraltro, non permetteva agli automobilisti di poter sollevare eccezioni sull’idoneità di tali apparecchiature di rilevamento automatico davanti agli Organi di Giustizia.
Al momento sono 146 le Amministrazioni Comunali coinvolte i cui responsabili, 558 tra funzionari pubblici e altri soggetti, sono stati segnalati all’Autorità Giudiziaria per i reati di truffa aggravata, turbata libertà degli incanti e corruzione.
Allargando il campo delle indagini anche sui risvolti finanziari e patrimoniali della vicenda i finanzieri bresciani, rintracciando i flussi di denaro incamerati da B.D. con gli autovelox, sono venuti a capo di un vero e proprio impero immobiliare che il responsabile della “Garda Segnale srl” aveva costruito nel tempo attraverso una fitta rete di società di cui 27 attive, 7 sottoposte a procedure concorsuali e 4 in liquidazione/cessate.
A carico delle stesse società è stata peraltro accertata una sottrazione a tassazione di circa 18 milioni di euro, con un’evasione d’imposte pari a circa 13 milioni di euro, che B.D. era riuscito a mettere in atto avvalendosi anche di alcuni prestanome.
La truffa e la frode fiscale non erano però le uniche attività criminali dell’uomo visto che la Guardia di Finanza, a completamento di un quadro già inquietante, ha accertato l’esistenza di una vera e propria associazione per delinquere che aveva il chiaro scopo di condurre alla bancarotta fraudolenta le società che prima venivano acquistate e poi svuotate dei loro beni.
Oltre a B.D., tale associazione a visto la partecipazione di T.D., 51 anni e M.L. di 62, ambedue della provincia di Vincenza, E.S. , 61 anni di Roma e B.V. 63 anni di Verona.
I cinque, dopo aver individuato e rilevato le società più adatte, realizzavano ingenti acquisti immobiliari senza onorarne il pagamento, provvedendo in seguito alla rivendita degli stessi nei confronti di altre società di comodo, anche più volte, distraendo così in modo fraudolento beni per circa 9 milioni di euro.
La complessa attività di ricostruzione del patrimonio immobiliare ha consentito di porre sotto sequestro 51 immobili per un valore di circa 2,5 milioni di euro.
Per evitare la commissione di ulteriori reati della stessa specie gli uffici di Desenzano del Garda, vera e propria base operativa da dove operava B.D., sono stati sigillati su ordine del Tribunale di Brescia.