Brescia: tentato omicidio in via Crotte

Roberto Imbastaro

Alle ore 01.20 di domenica 11 ottobre in via Crotte si e’ registrato un altro fatto di sangue particolarmente inquietante.

La Polizia di Stato interveniva infatti a seguito del ferimento a colpi di pistola di un cittadino della repubblica dominicana di anni 30. i colpi che raggiungevano la vittima erano 2 uno all’altezza dell’inguine ed un altro ad un gluteo.

 

Le indagini coordinate dalla Procura della Repubblica  di Brescia nella persona del sostituto procuratore dott. Bolici e  svolte dalla squadra mobile della questura di Brescia diretta dal dott. Giuseppe Schettino  sono partite da un attento esame della scena del crimine dove era possibile ricostruire con esattezza le diverse fasi dell’azione criminosa.

 

Il fatto delittuoso avveniva infatti all’esterno di un locale etnico prevalentemente frequentato da cittadini sudamericani ed in particolare all’ora della sparatoria il locale era molto affollato come anche molte erano le persone che all’esterno del locale erano intente a chiacchierare e fumare.

 

Le risultanze investigative hanno permesso di ricostruire che tra la folla che stazionava sul marciapiede nelle adiacenze del locale  ad un tratto scaturiva in un primo momento un alterco tra quattro persone lite che in pochi secondi si trasformava assumendo connotati violenti. infatti uno di questi estraeva una pistola cominciando ad esplodere numerosi colpi in mezzo alla folla due dei quali attingevano il 30enne sudamericano.

Dai bossoli rinvenuti sulla scena del delitto si capisce pero’ che chi sparava si spostava continuando ad esplodere colpi contro altre persone fortunatamente pero’ gli altri colpi non attingevano nessuno andando uno di questi ad impattare sul portellone di un furgone li parcheggiato.

Le indagini si concentravano percio’  su soggetti della comunita’ sudamericana appurando che alcuni di questi avevano precedenti per droga.

Non potendo escludere che la causa scatenante della lite fosse proprio collegata a tale fattore o a rivalita’ di bande rivali venivano sentite a verbale numerose persone e scandagliate le diverse amicizie che collegavano le persone presenti anche sui social network mettendo in luce numerosi collegamenti tra di loro.

La criticita’ dell’indagine si evidenziava nell’audizione delle persone informate sui fatti dove era possibile comprendere che nella comunita’ le persone frequentano gli stessi locali e tutti si conoscono solo per soprannomi spagnoleggianti quali “el gordo” “el flaco” el primo” ed altri simili che impedivano l’esatta identificazione di questi. proprio i social network da questi utilizzati permettevano di dare un volto e un nome alle persone a cui seguivano accertamenti sulle utenze telefoniche.

Altra difficolta’ emergeva dalle residenze delle persone da identificare che spesso non corrispondono agli effettivi domicili.

Le difficolta’ pero’ non scoraggiavano gli investigatori che dopo 24 ore erano gia’ riusciti a dare un volto ed un nome allo sparatore un 30enne di origine della repubblica dominicana con precedenti per droga in possesso di un permesso di soggiorno rilasciato dalle autorita’ spagnole.

 

L’identificazione dell’autore del delitto dava una svolta alle indagini se non fosse per il fatto che lo stesso era persona senza fissa dimora. si iniziava pertanto a scandagliare nelle amicizie di quest’ultimo eseguendo perquisizioni in diverse abitazioni di persone (connazionali) che potevano avergli offerto ospitalita’ purtroppo con esito negativo.

L’impegno profuso dagli investigatori della squadra mobile che non si risparmiavano in questi tre giorni svolgendo anche tripli turni di servizio dava l’esito sperato nella mattina di martedi’ 13 ottobre quando veniva individuata un ulteriore abitazione collegata ad una conoscente del ricercato questi infatti subito dopo la sparatoria aveva trovato rifugio presso questa donna sudamericana trascorrendo le intere giornate all’interno della cantina nella speranza di eludere le ricerche e sottrarsi alla cattura.

La squadra mobile alle ore 10.30 infatti circondava la palazzina con numerosi equipaggi e con la massima cautela dovendo ricercare una persona probabilmente armata effettuava irruzione con l’esito sperato. il fermato veniva immediatamente accompagnato presso la questura dove gli veniva notificato il fermo del pm e associato presso la locale casa circondariale