Buccaneer, liberati gli ostaggi

Massimo Scambelluri

Torre del Greco ed Ercolano sono due paesi in festa. L’incubo dei marinai sequestrati dai pirati somali e tenuti prigionieri sulla loro nave, la Buccaneer, è finito. Due paesi, al di là della felicità dei familiari, che hanno vissuto in maniera particolare e coinvolgente questo dramma che, per fortuna, ha avuto un lieto fine. In questa zona sono molte, infatti, le famiglie che hanno un congiunto che ha scelto come professione il mare. Gran parte dei marinai, dei tecnici, degli specializzati e degli ufficiali e comandanti della nostra marineria commerciale provengono infatti da queste zone. L’imbarco, da queste parti, non è solo una necessità dovuta alla mancanza di alternative di lavoro, ma una tradizione radicata nel tempo e nel dna di molte famiglie. Felicità incontenibile per il ritorno a casa dei marinai. La madre di Giovanni Vollaro che è stata avvertita dalla Farnesina intorno alle 23:00 di ieri sera: ” Ci hanno assicurato che sono liberi e che stanno in ottime condizioni”. Festa grande anche in casa di Vincenzo Montella: "Ci hanno detto che sono stati tratti in salvo – spiega la moglie – e che stanno tutti in ottimo stato. Siamo riuniti in casa con tutti i parenti a festeggiare"." Non c’è stato alcun blitz e nessun pagamento di riscatto" assicura il ministro degli esteri Frattini che elogia il lungo lavoro di contatti e una collaborazione delle autorità somale e della regione del Puntland che hanno contribuito fortemente al rilascio esercitando una forte pressione sui pirati. Ma la situazione non era rosea. Quattro mesi di sequestro e frequenti minacce di uccidere gli ostaggi in un contesto socio politico che sarebbe eufemismo definire incontrollabile. A bordo del Buccaneer 16 persone stremate psicologicamente e fisicamente: 10 italiani, 5 romeni e un croato. Le forze speciali della marina militare a bordo della nave San Giorgio hanno avvicinato il Buccaneer e hanno constatato che tutto era effettivamente sotto controllo. Sulla San Giorgio c’è il fior fiore della nostra forza di intervento rapida. Non solo il Goi, gli incursori della marina militare specializzati proprio nella liberazione
di ostaggi su navi, ma anche altre unità speciali sotto il coordinamento diretto del Cofs, il Comando interforze che coordina le operazioni speciali da parte dei commandos di tutte le forze armate. Ne fanno parte, oltre agli uomini del Goi, gli incursori paracadutisti del reggimento "Col Moschin", quelli del 17° stormo dell’Aeronautica Militare e i Carabinieri dei GIS.