Un crudele e organizzato mercimonio di centinaia di cuccioli accompagnati da false certificazioni vaccinatorie. Questo è il triste scenario su cui i Finanzieri di Prato stanno facendo luce grazie a una articolata indagine sfociata in dieci perquisizioni effettuate su mandato della locale Procura nelle province di Prato, Firenze, Pisa e Bologna nei confronti di veterinari, allevatori e commercianti di cani. In particolare le perquisizioni, effettuate anche con l’ausilio di veterinari dell’ASL di Prato e di personale volontario delle guardie zoofile di Firenze, hanno portato al sequestro di 20 cuccioli di razza, tutti versanti in precarie condizioni di salute. Purtroppo due di essi, di razza Cavalier King Charles, non ce l’hanno fatta e sono morti lo scorso fine settimana, ma si teme anche per le condizioni degli altri 18 cuccioli. Dai preliminari accertamenti veterinari in corso sta infatti emergendo che nessuno di loro è mai stato vaccinato nonostante la documentazione sanitaria a ciascuno di essi relativa attesti vaccinazioni già eseguite. Ed è proprio su quest’ultimo aspetto che i finanzieri intendono fare ulteriore chiarezza. Sono stati infatti sequestrati centinaia di microchips-trasponditori e di libretti sanitari precompilati in bianco ma già riportanti estremi di vaccinazioni sottoscritte da veterinari compiacenti che, in realtà, non sono mai state eseguite e che sarebbero dovute servire a fornire una parvenza di regolarità alle future vendite di cuccioli. Il tutto, architettato per abbattere al massimo i costi di un cinico business sommerso di cuccioli di verosimile provenienza estera che produce ogni anno centinaia di migliaia di euro esentasse. Ciò conforterebbe le iniziali ipotesi indiziarie originate da alcune denunce sporte da persone che avevano acquistato dagli indagati cuccioli di cane deceduti dopo pochi giorni dall’acquisto a causa di gravi patologie non evidenziate nei libretti sanitari consegnati e derivanti dalla riscontrata mancata attuazione delle più elementari regole di profilassi, risultata a sua volta celata sia agli acquirenti frodati sia ai competenti enti pubblici del servizio sanitario.
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