Carcere Marassi: sieropositiva aggredisce due agenti

Roberto Imbastaro

Ancora tensione nel carcere genovese di Marassi, dove nella tarda mattinata di oggi una detenuta sieropositiva – la genovese M.B., 20 anni, ristretta per spaccio di stupefacenti – ha aggredito due poliziotti penitenziari, ferendone uno con un morso tanto da creare grande preoccupazione per un eventuale rischio contagio. E il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, il più rappresentativo della Categoria con 12mila poliziotti, "legge" con preoccupazione questo episodio, ennesimo sintomo di criticità del penitenziario genovese."E’ la ciliegina sulla torta di una situazione ben oltre il limite della tolleranza" commentano Roberto MARTINELLI, segretario generale aggiunto e commissario straordinario per la Liguria del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, e Domenico TARANTINO, segretario SAPPE di Marassi. “La detenuta, durante la convalida d’arresto presso la sala magistrati del carcere, con atteggiamento aggressivo e maleducato, ha dato in escandescenza proferendo anche volgarità nei confronti del Gip dottor Papillo, tanto da essere allontanata in una apposita saletta. Qui ha iniziata a ferirsi prendendo a testare il muro ed a pugni la finestra. I nostri agenti sono immediatamente intervenuti per contenerla, ma lei si è scagliata con estrema violenza contro di loro sferrando calci e pugni e ferendo in particolare con un violento morso al braccio, con conseguente copiosa fuoriuscita di sangue, un nostro Assistente Capo. Agghiacciante la frase detta al riguardo dalla detenuta: “Ti sta bene: io sono sieropositiva”. Il nostro Assistente Capo di Polizia Penitenziaria – al quale va tutta la nostra solidarietà ed il nostro affettuoso saluto – è ora comprensibilmente preoccupato per la sua salute ed è stato immediatamente sottoposto alla profilassi sanitaria prevista per i possibili contagi infettivi. A lui sono stati dati 10 giorni di prognosi mentre all’altra collega intervenuta ne sono stati dati 7. Tutto questo non è accettabile e tollerabile. Bisogna contrastare con fermezza questa ingiustificata violenza in danno dei rappresentati dello Stato in carcere e punire con pene esemplari, anche sotto il profilo disciplinare, i detenuti che la commettono per evitare sul nascere pericolosi effetti emulativi. Pensiamo ad esempio ad  un maggiore ricorso all’isolamento giudiziario fino a fine pena con esclusione delle attività in comune ai detenuti che aggrediscono gli Agenti.”Aggiungono i due sindacalisti del SAPPE: “L’aggressione di questa mattina avviene a pochi giorni da un analogo episodio, avvenuto il 3 maggio scorso all’interno delle aule giudiziarie del Tribunale di Genova dove alcune unità di Polizia Penitenziaria addette al Servizio delle Traduzioni dei detenuti del carcere genovese di Marassi vennero aggredite con violenza da un carcerato italiano. Queste violente aggressioni mettono drammaticamente in evidenza le gravi condizioni di lavoro dei poliziotti penitenziari, che a Marassi sono carenti in organico di ben 155 unità mentre i detenuti presenti sono circa 780 rispetto ai 456 posi letto regolamentari. I nostri Agenti lavorano sistematicamente sotto scorta per le gravissime carenze di Personale e devono fare fronte a carichi di lavoro particolarmente delicati e stressanti, aggravati da una popolazione detenuta, sempre più spesso aggressiva, ogni giorno in crescita esponenziale. Ma così non si può più andare avanti! Proprio le gravi carenze di organico della Polizia Penitenziaria ed il pesante sovraffollamento carcerario condizionano irrimediabilmente i livelli di sicurezza dei servizi all’interno delle sezioni detentive e delle traduzioni dei detenuti, riducendoli al minimo dei minimi. Il nostro Personale è encomiabile perché garantisce ogni giorno, nei servizi interni al carcere ed in quelli svolti all’esterno – come, appunto, le traduzioni presso le aule di giustizia o in altri carceri ed i piantonamenti negli ospedali cittadini – un servizio eccellente e sicuro nonostante le mille criticità e problematiche che esistono. Ma non si può continuare ad andare avanti così. Servono tutele e garanzie. E servono, soprattutto, assegnazioni straordinarie di nuovi Agenti di Polizia Penitenziaria per coprire le carenze organiche  di Marassi oltre a periodici e regolari provvedimenti dipartimentali di sfollamento dei detenuti dal carcere della Valbisagno quando si supera la capienza regolamentare”.