Carceri, il 35% circa dei detenuti è tossicodipendente

Domenico Silvestri

Una delegazione del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, la prima e più rappresentativa di Categoria, ha incontrato questo pomeriggio a Palazzo Chigi il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri Carlo GIOVANARDI, al quale sono state rappresentate le pesanti criticità che le donne e gli uomini dei Baschi Azzurri sono costretti quotidianamente ad affrontare a seguito del grave sovraffollamento delle carceri italiane. E’ stato in particolare posto in evidenza l’elevato numero di detenuti con problemi di tossicodipendenza e di salute.

“Secondo i dati recentemente diffusi” scrive in una nota il SAPPE ”è emerso che l’80% dei circa 70 mila detenuti oggi in carcere ha problemi di salute, più o meno gravi. Il 38% versa in condizioni mediocri, il 37% in condizioni scadenti, il 4% ha problemi di salute gravi e solo il 20% è sano. Un detenuto su tre è tossicodipendente. Del 30% dei detenuti che si è sottoposto al test Hiv, il 4% e’ risultato positivo. E ancora, il 16% soffre di depressione o altri disturbi psichici, il 15% ha problemi di masticazione, il 13% soffre di malattie osteoarticolari, l’11% di malattie epatiche, il 9% di disturbi gastrointestinali. Circa il 7% è infine portatore di malattie infettive. Tutto questo va ad aggravare le già pesanti condizioni lavorative delle donne e gli uomini del Corpo di Polizia Penitenziaria, oggi sotto organico di ben 6mila unità. Il dato importante da considerare è che i detenuti affetti da tossicodipendenza o malattie mentali, come ogni altro malato limitato nella propria libertà, sconta una doppia pena: quella imposta dalle sbarre del carcere e quella di dover affrontare la dipendenza dalle droghe o il disagio psichico in una condizione di disagio, spesso senza cure adeguate e senza il sostegno della famiglia o di una persona amica. Forse è il caso di ripensare il carcere proprio prevedendo un circuito penitenziario differenziato per queste tipologie di detenuti.”

Proposta, questa, condivisa anche dal Sottosegretario GIOVANARDI, che ha voluto esprimere per il tramite del SAPPE il suo ringraziamento alle donne e agli uomini del Corpo di Polizia Penitenziaria per quanto fanno ogni giorno nelle carceri italiane.

Il SAPPE sottolinea ancora come “nonostante l’Italia sia un Paese il cui ordinamento è caratterizzato da una legislazione all’avanguardia per quanto riguarda la possibilità che i tossicodipendenti possano scontare la pena all’esterno, oggi quelli in carcere con problemi di tossicodipendenza sono circa il 35% dei presenti. La legge prevede che i condannati a pene fino a sei anni di reclusione, quattro anni per coloro che si sono resi responsabili di reati particolarmente gravi, possano essere ammessi a scontare la pena all’esterno, presso strutture pubbliche o private, dopo aver superato positivamente o intrapreso un programma di recupero sociale. Nonostante ciò queste persone continuano a rimanere in carcere. Noi riteniamo sia invece preferibile che i detenuti tossicodipendenti, spesso condannati per spaccio di lieve entità, scontino la pena fuori dal carcere, nelle Comunità di recupero, per porre in essere ogni sforzo concreto necessario ad aiutarli ad uscire definitivamente dal tragico tunnel della droga e, quindi, a non tornare a delinquere. I detenuti tossicodipendenti sono persone che essendo malate hanno bisogno di cure piuttosto che di reclusione.”

Anche su questa seconda proposta del SAPE il Sottosegretario GIOVANARDI ha assicurato il suo impegno.