Carceri, nel Lazio le proposte anti-sovraffollamento

Paola Fusco

"In una regione come il Lazio, quarta in Italia per numero di detenuti e con un sovraffollamento
penitenziario che sfiora il 40%, due strutture carcerarie all’avanguardia che potrebbero ospitare oltre 300 detenuti, realizzate a Rieti e Velletri, restano inesorabilmente chiuse o sottoutilizzate per la mancanza degli agenti di polizia penitenziaria necessari a farle funzionare". La denuncia arriva dal Garante dei diritti dei detenuti del Lazio, Angiolo Marroni, che, sull’ argomento, ha chiesto un incontro urgente al Provveditore regionale dell’ amministrazione penitenziaria Angelo Zaccagnino.
Nel carcere di Velletri – entrato in servizio nel 1992, che attualmente ospita 365 detenuti a fronte di una capienza regolamentare di 208 – e’ stato da tempo ultimato, su un’ area di 12 ettari, un nuovo padiglione con 16 celle di 19 metri quadri (ognuna delle quali dotate di bagno e doccia) ed una per
portatori di handicap, per piano, per un totale di circa 200 nuovi posti. Il padiglione (costato 8,6 milioni di euro) e’ in grado di raddoppiare la capienza dell’ istituto ed alleviare il sovraffollamento della struttura. Tuttavia, come certificato dai collaborati del Garante, nessuno parla di aprire il nuovo
padiglione di Contrada Lazzaria. "All’ inizio- continua Marroni- il problema era legato all’ allaccio della struttura al depuratore, poi risolto. Oggi, invece, il nodo e’ la mancanza degli agenti di polizia penitenziaria necessari a far funzionare il padiglione visto che, come detto dalle organizzazioni sindacali di categoria, a Velletri vi sarebbero gravi carenze di organico quantificabili in alcune decine di unita’ in meno". Ancor piu’ paradossale il caso di Rieti, dove per mancanza di agenti di polizia penitenziaria, il nuovo carcere da 306 posti e’ attualmente utilizzato a meno di 1/3 delle sue possibilita’, con 113 reclusi ospitati nelle sole due sezioni aperte da 78 posti disponibili e dunque sovraffollate. La Casa circondariale di Rieti, che si estende su 60.000 metri quadrati, ha le carte in
regola per essere un istituto all’ avanguardia visti gli spazi destinati ad accogliere detenuti comuni e di alta sicurezza, e attivita’ formative e trattamentali. Oggi sono in funzione due sezioni nel solo dei due padiglioni detentivi aperti. I reclusi sono cosi’ stipati in celle singole o doppie, comprese le sei di
isolamento. Nel padiglione ancora chiuso ci sono invece tre reparti, ognuno dei quali con tre sezioni.
"I casi di Velletri e a Rieti sono l’ emblema della lontananza della politica dalla realta’- conclude Marroni- L’ emergenza carceri in Italia si potrebbe affrontare cominciando col rendere pienamente operative le strutture esistenti e inutilizzate, usando i fondi altrimenti destinati alla costruzione di nuove carceri per reintegrare il personale che manca. Abbiamo perso due anni a discutere dei piani straordinari di edilizia carceraria e di project financing quando, invece, basterebbe molto meno per
migliorare il sovraffollamento e la qualita’ della vita in carcere".