CITES: trasferite due aquile in un centro di recupero a Madrid

Roberto Imbastaro

Trafugati dal nido in Sicilia quando era ancora pulli, i due esemplari di Aquila del Bonelli (Hieraaetus fasciatus) sequestrati dal personale del Servizio CITES del Corpo forestale dello Stato sono stati trasferiti e accolti presso il Centro di recupero GREFA di Madrid.  Il Centro spagnolo è uno dei più importanti e specializzati a livello europeo nell’allevamento e riproduzione in cattività di specie di rapaci in via d’estinzione, nonché nel recupero e rilascio in natura di esemplari in diverse regioni spagnole e in Paesi del Mediterraneo.

Il trasferimento e inserimento delle due aquile, entrambe femmine e di età comprese tra i 4 e 5 anni,  presso le voliere del Centro GREFA, segue l’iniziativa di liberazione in natura in Sicilia di altri due esemplari sequestrati e rientra nei progetti già autorizzati dalla Procura della Repubblica competente, finalizzati al recupero, alla riabilitazione e alla restituzione in natura degli esemplari sequestrati, molti dei quali sono state già realizzati in collaborazione con il Coordinamento Tutela Rapaci Sicilia, l’Università di Palermo, la Riserva Regionale del lago di Vico (VT). L’affidamento agli spagnoli prevede un accordo secondo cui i piccoli nati potranno essere reintrodotti in natura, in Sicilia, grazie alla tecnica  dell’hacking (adozione dei piccoli da parte di una coppia selvatica).  

L’attività di trasferimento delle aquile in Spagna, compiuta dai Forestali del Servizio CITES centrale e svolta anche grazie alla collaborazione di esperti della Riserva naturale del Lago di Vico (VT), rientra nelle numerose iniziative di cooperazione internazionale che da sempre vedono il Servizio CITES del Corpo forestale dello Stato in prima linea nell’ambito di progetti di conservazione delle specie in via di estinzione.

Nell’ambito dei traffici di specie protette, il commercio illegale di rapaci è tra i più remunerativi e per questo legato al fenomeno della criminalità organizzata, basti pensare che il valore economico proprio di un esemplare di Aquila del Bonelli può raggiungere i 15.000 euro. Da decenni ormai gruppi organizzati di trafficanti saccheggiano sistematicamente i nidi di aquile e falconi ingaggiando rocciatori in grado di calarsi con corde sui nidi e prelevare i piccoli, che vengono poi destinati al collezionismo e alla falconeria. Anche in Sardegna, secondo fonti attendibili, la scomparsa delle aquile del Bonelli è dovuta alla sistematica razzia di piccoli dal nido. In Sicilia, dove sopravvivono non più di 40 coppie nidificanti, si è invece ancora in tempo per salvare questa specie dall’estinzione.