Conflitto russo-ucraino, il ruolo decisivo degli hacker etici per aumentare la nostra sicurezza informatica

È solo della scorsa settimana l’ultima notizia di un attacco informatico a siti di istituzioni italiane per opera di un gruppo hacker russo. Dall’inizio del confronto militare russo-ucraino, sono diversi gli analisti politici ad aver sottolineato che potrebbero esserci importanti ripercussioni informatiche in tutto il mondo. Gli hacker etici potrebbero giocare un ruolo chiave nella prevenzione di ulteriori minacce informatiche lavorando a fianco delle aziende e delle istituzioni.

  • Il pericolo informatico è sempre più concreto: sul podio dei rischi tecnici: Secondo Embroker, i soli attacchi informatici IoT dovrebbero raddoppiare entro il 2025. Il World Economic Forum ha affermato inoltre che esiste una probabilità del 19,5% che i fallimenti della sicurezza informatica diventino una minaccia concreta per il mondo nei prossimi 0-2 anni e una probabilità del 14,6% tra 2 e 5 anni. Gli attacchi ransomware sono aumentati nel 2020 del 435% e il 95% dei problemi di sicurezza informatica è riconducibile all’errore umano.
  • Nel 2015 il costo per fronteggiare la criminalità informatica per le aziende è stato di circa 3 trilioni di dollari. Nel 2025 dovrebbe essere tre volte di più. Secondo Accenture, circa il 43% degli attacchi informatici mira alle piccole imprese, ma solo il 14% è in qualche modo pronto ad affrontare la sfida. Secondo IBM, in media, un’azienda impiega 197 giorni per scoprire una violazione e 69 giorni in più per contenerla.
  • Affidarsi ad una community di hacker etici, anche per prevenire pericolosi attacchi informatici, permette di ricevere aiuto da persone in carne e ossa che ragionano e hanno le stesse competenze degli hacker ma con un obiettivo benefico. Spesso si spendono moltissime risorse economiche nell’acquisto di software e programmi di sicurezza informatica quando in realtà gran parte del lavoro potrebbe essere svolto da hacker etici, in grado non solo di prevenire attacchi ma anche di risolverli se in corso” spiega Aldo del Bo’, Head of Cybersecurity di WhiteJar, la prima community in Italia di hacker etici professionisti.