Droga a Malpensa, il bilancio dei sequestri

Stefano Serafini

 Il Gruppo della Guardia di Finanza di Malpensa tira le somme sui sequestri di sostanze stupefacenti avvenuti presso lo scalo aeroportuale lombardo e presenta cifre di tutto rispetto, confermando l’impegno delle Fiamme Gialle in questo delicato settore. Nei primi 10 mesi di quest’anno, infatti, i militari della Guardia di Finanza, nella sola aera dell’aeroporto chiamata “Cargo City”, sono riusciti a sequestrare 98 kg. di sostanze stupefacenti (per lo più cocaina), arrestando 13 responsabili di cui 11 italiani e 2 stranieri. I finanzieri di Malpensa, in collaborazione con il personale dell’Agenzia delle Dogane, durante l’anno in corso hanno individuato presso i magazzini doganali dell’area “Cargo” ben 48 spedizioni internazionali di merce, all’interno delle quali erano state occultate, nei modi più disparati, ingenti partite di droga. Il bilancio dei sequestri parla di 70 chili di cocaina, 10,6 di hashish, 9 di Khat, 4,7 di marijuana, 2,8 di ketamina e 0,6 di eroina. Le provenienze dei carichi di droga sono state in 30 casi dal Sud America (Argentina, Brasile, Bolivia e Perù), in 6 dal Centro America (Costarica), in 6 dall’Africa (Nigeria), in 5 dall’Asia (India, Pakistan) e, in un caso, da uno Stato europeo (Olanda). La sempre fervida mentalità criminale dei narcotrafficanti porta gli stessi a celare le partite di droga nei prodotti più disparati come: astucci di mascara, confezioni di marmellata, giubbotti e coperte impregnati di stupefacente, barattoli di pesce conservato, imbottiture per reggiseni, filtri per acqua, copertine di libri, giocattoli, soprammobili e finanche bulloni industriali. Degne di nota sono anche le oggettive difficoltà che i finanzieri incontrano ogni volta nello scovare queste sostanze tra le centinaia di migliaia di tonnellate di materiali sbarcati nell’aeroporto varesino; difficoltà alle quali riescono a far fronte utilizzando collaudate metodologie operative basate su parametri connessi al luogo di provenienza e di destinazione della merce, sul tipo di prodotti ufficialmente dichiarati per l’importazione in Italia, sui soggetti che figurano come mittente e destinatario nonché sull’insostituibile “esperienza investigativa”, una qualità che è sempre in grado di fare la differenza in settori difficili come quello dell’antidroga. Gli arresti eseguiti dai finanzieri di Malpensa, nella loro globalità, corrispondono all’esecuzione delle cosiddette “consegne controllate”, vale a dire di speciali procedure disposte dall’Autorità Giudiziaria attraverso le quali viene il sequestro dello stupefacente viene “ritardato” facendo recapitare la droga ai destinatari assieme alla merce dov’è stata nascosta. Tale procedura, ovviamente, viene costantemente monitorata dai finanzieri che intervengono nel momento in cui arrivano a identificare e arrestare i committenti della spedizione, risalendo così alla “filiera” dell’illecito traffico. Le “consegne controllate” avvengono su larga parte del territorio italiano, anche se non mancano casi avvenuti all’estero come quello di una remota località della Bulgaria ove i militari della Guardia di Finanza, affiancati dalla Polizia bulgara, giunsero all’arresto di due donne che avevano ordinato in Argentina, con passaggio dall’aeroporto varesino, una coperta per bambini impregnata con oltre un chilogrammo di cocaina.