F. Guidi: "Ognuno sia imprenditore di se stesso"

Adria Pocek

Per Federica Guidi, neo presidente dei Giovani di Confindustria, l’attuale modello contrattuale, basato sullo Statuto dei Lavoratori, è vecchio e inadeguato sia alle esigenze delle imprese che a quelle dei lavoratori. E’ dunque necessario riformarlo, nel segno della flessibilità, cosicché nel rapporto contrattuale datore di lavoro e dipendete siano “un po’ imprenditori di se stessi”. E’ quanto ha sostenuto la Guidi nell’intervista condotta da Maurizio Belpietro su ‘Panorama del giorno’ di Canale5.  ”La cosa migliore – ha proseguito infatti la Guidi – sarebbe immaginare un modello che dia realmente la possibilità a ogni imprenditore, a ogni collaboratore, di impostare un rapporto contrattuale che si basi sulle vere capacità di flessibilità, di meritocrazia. Un nuovo modo di gestire l’azienda, un nuovo modo per ogni persona di gestire il proprio rapporto contrattuale. Mi si passi il termine: ognuno diventa imprenditore di se stesso”.  Importante rimarrebbe comunque – sempre secondo la Guidi – il ruolo del sindacato, perchè sarebbe “bene mantenere un livello contrattuale che in qualche modo regolamenti alcune posizioni, alcuni regolamenti, alcuni strumenti di massima, ma certo andare verso un modello più aderente alla propria capacità di lavorare, di produrre ricchezza, di essere disponibili, di essere flessibili in un mondo che cambia anche rispetto alla propria situazione contrattuale”.  Nel corso dell’intervista la neo presidente dei Giovani di Confindustria è intervenuta anche su altri temi come la pubblicazione delle dichiarazioni dei redditi on line, la sicurezza sul lavoro e Alitalia. “Io, sinceramente – ha detto riferendosi agli Unico sul web – non mi trovo d’accordo con questa voglia di trasparenza eccessiva” e, a volte, l’uso di internet può essere “pericoloso”.  Circa la sicurezza sul lavoro ha sottolineato come non si possa dire che gli imprenditori sono contrari al T.U., che anzi è “un buon lavoro”, ma che può essere migliorato. Su Alitalia infine, l’imprenditrice si è augurata che, compagnia di bandiera o no, l’Italia non perda un servizio aereo “fondamentale per un Paese che vuole competere a livello internazionale”.