Federmobili e Federmoda puntano sulle Ict

Paola Fusco

 Smau, nell’ambito del tour itinerante 2009 che ha portato l’innovazione tecnologica in giro per l’Italia con lo scopo preciso di aiutare gli imprenditori e i manager del territorio a comprendere  i benefici che le nuove tecnologie possono apportare in un momento di crisi come quello attuale, è diventato un vero e proprio osservatorio privilegiato del mercato italiano in materia di innovazione ICT a supporto del business. Le ricerche commissionate da Smau alla School of Management del Politecnico di Milano sulle tre regioni toccate fino ad oggi dal circuito – Veneto, Puglia e Lombardia – hanno messo in luce una situazione generale di crescente consapevolezza del ruolo che le ICT possono giocare nella crescita delle performance aziendali. In Lombardia e Veneto, in particolare, è emersa una spesa rispettiva di 3,1 e 1,1 miliardi di Euro superiore alla media nazionale. Gli eventi itineranti e le ricerche condotte hanno inoltre permesso di individuare vere e proprie punte d’eccellenza in Italia di realtà che si sono dimostrate particolarmente innovative nell’introduzione al proprio interno di tecnologie digitali. Smau, nell’ambito dell’area “Innovazione nel Retail e la GDO” del circuito di eventi itineranti, ha promosso sotto la regia di Comufficio due convegni in collaborazione con Federmobili e Federmoda per fare il punto su questi comparti insieme ai maggiori player del settore. Enrico Pirovano, presidente di Federmobili, ha sottolineato il calo del fatturato delle aziende della distribuzione indipendente del settore arredamento che, da giugno 2008 a oggi è stimabile al 20%, a fronte di un fatturato complessivo di 17,335 miliardi di euro: “Un calo lento e inesorabile iniziato dal ‘95/96 che però non riguarda la grande distribuzione e in particolare Ikea che rappresenta una grande distribuzione anomala, dove vanno tutti, dal manager all’operaio. Più in generale la grande distribuzione risente un po’ meno della crisi poiché il mercato si è spostato da quelle che prima erano fasce alte e medio alte a un livello più sotto.” L’innovazione tecnologica può giocare un ruolo importante per la competitività del settore. Federmobili ha dimostrato di essere una pioniera in questo lanciando webmobili.it che oggi è leader in Italia per contenuti e numero di accessi: in particolare sono 24.500 i prodotti catalogati e consultabili, 470 le aziende produttrici con catalogo, oltre 1.800 i negozi aderenti, 5,4 milioni i visitatori con 48 milioni di pagine viste, 21 milioni di schede prodotto e 3,8 milioni di schede negozio. Un’altra iniziativa intrapresa da Federmobili è il progetto B2B Easyfurniture che mette a disposizione dei negozi, dei produttori e dei fornitori una piattaforma comune, il cui passaggio alla fase operativa è stato realizzato da pochi mesi. “Il quadro nazionale – commenta Pirovano – vede crescenti investimenti delle imprese industriali e commerciali sul web, per comunicare tra di loro, per la gestione di cataloghi, listini, prodotti e progettazione in assenza di uno standard di gestione e trasmissione dati che genera: difficoltà di utilizzare software; mancato sfruttamento delle opportunità offerte da internet per aumentare l’efficienza gestionale ed impossibilità di diffusione spontanea di uno standard per la gestione e la trasmissione dei dati fra le imprese della filiera arredamento”. La soluzione è stata quella di pensare a un marketplace B2B costituito da una base dati di cataloghi e listini da mettere al servizio dei negozi italiani di arredamento e delle aziende di produzione e capace di offrire alla rete vendita la possibilità di importare i dati dei cataloghi per effettuare preventivi, configurare prodotti, progettare in 2D e 3D. Riduzione dei tempi e dei costi, maggiore efficienza e precisione, migliore servizio al cliente sono tre dei principali benefici del progetto. Attraverso il collegamento internet (username e password) con Easyfurniture, infatti, l’utente avrà subito a disposizione listini, cataloghi e archivi tecnici dei propri fornitori, potrà configurare on line i prodotti e importare i dati sul proprio documento, archiviare on line i preventivi e inviarli successivamente agli ordini dei fornitori. “In entrambi i casi c’è stata la necessità di investimenti economici notevoli – conclude Enrico Pirovano – ma non ci stancheremo mai di sottolineare come a cominciare da webmobili.it, che credo rappresenti in Europa il prodotto più di aiuto al consumatore, ciò rappresenti un esempio di come l’innovazione tecnologica non sia stata affatto una spesa ma un investimento”. Dello stesso parere sembra anche il direttore generale della Federazione Moda Italia, Franco Tomelli  che a proposito del sorpasso storico della GDO (46%) sui negozi al dettaglio (41%) e della chiusura di migliaia di piccole attività commerciali ha cosi commentato: “Contro la crisi bisogna puntare su nuove norme, rinnovamento e innovazione tecnologica: soltanto il 50% delle attività è informatizzata”. Crisi nera anche per il settore della moda che pur con i suoi 35 miliardi di euro di fatturato annuo deve fare i conti con il difficile quadro generale nazionale e internazionale ma anche – al suo interno – con una concorrenza che per la prima volta in questi mesi ha visto la grande distribuzione superare quella al dettaglio. “Sul finire del 2007 – sottolinea Franco Tomelli – si profilava il temuto sorpasso in termini di quota di mercato a favore della GDO e della catene, dispiegatasi nel corso del 2008 in un crescendo costante, fino all’attuale differenziale che vede ribaltato il confronto tra i due principali canali distributivi: la quota della distribuzione organizzata sale quasi al 46% superando per la prima volta quella del dettaglio tradizionale che si ferma al 41%”. Nel complesso il mercato tessile dell’abbigliamento ha segnato a fine anno un calo del 5% per i consumi a quantità con una netta perdita del dettaglio tradizionale “che segna – spiega Tomelli – un -8%, mentre la GDO e le catene si salvano con un +3%. E’ assolutamente necessario lavorare nei prossimi anni per un recupero, anche se parziale, di questo gap”. Tra le concause della flessione, che sta portando alla restituzione di numerose licenze ai Comuni, c’è senz’altro anche la perdita di colpi da parte del “lusso”. Una quota delle classi sociali più abbienti fa acquisti di capi d’abbigliamento con sempre maggiore cautela. A ciò si aggiunge una sempre più agguerrita concorrenza da parte dei cosiddetti “outlet di vicinato”. “Alla  GDO,  si aggiungono i factory outlet center – aggiunge il direttore generale della Federazione Moda Italia – questi ultimi sono sempre più minacciosi, con una superficie di vendita globale che quest’anno ha raggiunto quasi 600mila metri quadrati. Da non trascurare poi una preoccupante novità: gli outlet di vicinato, ovvero negozi di piccole e medie dimensioni che si insinuano nei centri storici e nelle periferie delle città offrendo merce ‘liberamente’, in assenza cioè di qualsiasi vincolo”. Federazione Moda Italia sta proponendo un progetto di legge che regolamenti questa forma di concorrenza sleale nata tra le smagliature della legge Bersani. “Un quadro quello dinanzi descritto rispetto al quale bisogna dunque reagire! L’imperativo per la nostra categoria è: innovare l’immagine del negozio attraverso l’applicazione di più moderne tecnologie di gestione. Basti pensare che circa il 50% dei punti vendita di dettaglio tradizionale non ha, ad esempio, gli strumenti per una corretta gestione del magazzino. Per non parlare poi di tutte le altre enormi potenzialità che l’ammodernamento della gestione, in generale, può dare al nostro settore. È necessario capirlo e investire in questa direzione. I nostri negozi di moda non devono essere solo un luogo fisico in cui viene reso disponibile un prodotto – conclude Tomelli –  ma devono distinguersi per divenire un punto qualificante dell’offerta. Un buon allestimento del negozio di moda può essere considerato non tanto un costo di distribuzione, quanto un contributo importante all’interno della catena del valore che il punto vendita rappresenta rispetto al prezzo del prodotto. Creatività degli arredi, accoglienza del layout e quant’altro per rendere l’offerta accattivante nell’ottica di riappropriarsi di un cliente oggi fattosi molto più difficile rispetto a quello di un tempo”.