Fiumicino, 35 kg di coca fra le strumentazioni dell’aereo

Stefano Serafini

  Non c’è davvero limite alla fantasia che i trafficanti di droga impiegano nell’escogitare sempre nuovi sistemi per di aggirare i controlli, ma quello dei due finti tecnici di bordo, arrestati oggi dai finanzieri del Gruppo di Fiumicino mentre tentavano di recuperare una partita di 35 kg di cocaina purissima, è davvero inedito. Un aereo di linea giunto da Caracas stava per essere sottoposto alle quotidiane procedure di controllo che le Fiamme Gialle in servizio presso lo scalo aeroportuale “Leonardo Da Vinci” compiono su passeggeri e bagagli, quando i militari hanno notato lo stano comportamento di due uomini vestiti con tute aziendali da tecnici di linea i quali, invece di attendere lo sbarco dell’equipaggio, si sono affrettati a salire a bordo anticipando i consueti tempi di intervento. La circostanza non è passata inosservata agli uomini della Guardia di Finanza che hanno seguito con circospezione le mosse dei due, notando che uno di loro si stava calando in un vano tecnico dell’aeromobile, per di più chiudendosi alle spalle la botola di chiusura, mentre il collega lo attendeva sottobordo all’interno di un’auto aziendale. A tal riguardo bisogna rilevare che le relative procedure di sicurezza prevedono che la presenza dei tecnici debba essere segnalata al comandante di bordo e che le operazioni di controllo avvengano “a vista”. Sempre più insospettiti da tali comportamenti, i finanzieri hanno chiesto informazioni al personale dell’aereo, per capire se fossero avvenute delle anomalie in volo tali da giustificare un intervento così urgente. Nessun guasto o anomalia era però stata segnalata e, a questo punto, i militari hanno bloccato i due che hanno dichiarato di essersi intrufolati sul velivolo soltanto per rubare oggetti di valore dai bagagli dei passeggeri. Le loro giustificazioni non hanno convinto gli uomini delle Fiamme Gialle i quali, considerando il “rischio-droga” di volo proveniente dal Venezuela, hanno ispezionato il vano avionico dell’aereo unitamente alle unità cinofile del Corpo. Tra gli stretti corridoi delle pannellature elettroniche (ben nascosto dietro un quadro di strumentazione) i finanzieri hanno rinvenuto un collo contenente ben 30 panetti di cocaina purissima per un peso complessivo di 35 chilogrammi. All’insaputa del personale dell’equipaggio, infatti, i narcos venezuelani avevano inserito lo stupefacente all’interno di quel vano, peraltro mettendo seriamente a rischio la sicurezza del volo vista l’importanza e la delicatezza delle strumentazioni e dei collegamenti elettronici presenti in quella zona dell’aeromobile. Dal prezioso carico di coca, contraddistinto dal celebre coniglietto di Playboy, si sarebbero potute ricavare oltre 400.000 dosi che, sul mercato illegale della droga, avrebbero potuto fruttare qualcosa come 15 milioni di euro. I due “tecnici-trafficanti”, rispettivamente di 35 e 40 anni ed entrambi residenti a Roma, sono stati arrestati per traffico internazionale di sostanze stupefacenti e condotti presso il carcere di Regina Coeli.