Forestale, scoperto traffico illecito di rifiuti

Paola Fusco

Ingenti quantità di rifiuti venivano mescolati, trasformati e riutilizzati non solo per farine animali, ma anche per concimi, fertilizzanti o addirittura per collagene e gelatine utilizzate come integratori alimentari e prodotti a uso cosmetico. E’ quanto hanno scoperto gli uomini del Corpo forestale dello Stato a seguito di una lunga e complessa indagine che ha portato all’arresto di quattro persone, tre nel brindisino e uno nel salernitano, per associazione a delinquere e traffico illecito di rifiuti. L’attività investigativa, partita nel novembre del 2006 nel centro – sud dell’Italia, ha coinvolto il personale dei Comandi Stazione di Lecce e Brindisi del Corpo forestale dello Stato, coadiuvato dal Nucleo Investigativo Provinciale di Polizia Ambientale e Forestale di Lecce. Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Brindisi, hanno interessato tutte le fasi del procedimento industriale di lavorazione dei Sottoprodotti di Origine Animale (SOA), dalla produzione presso gli impianti di macellazione, al trasporto e alla destinazione finale negli appositi stabilimenti per la produzione di fertilizzanti, mangimi e altri materiali. Nel corso dell’ Operazione SOA effettuate numerose perquisizioni nelle aziende, controlli su strada e sequestri di automezzi impiegati per il trasporto delle sostanze ed eseguite diverse intercettazioni telefoniche, risultate indispensabili alle stesse indagini. Setacciati impianti di macellazione e di transito, stabilimenti di produzione di farine animali e un impianto di recupero energetico, correlati tra loro e dislocati tra le Province di Lecce, Brindisi, Bari, Napoli, Salerno, Latina e Ravenna. Le ditte implicate traevano enormi profitti poiché evitavano di sostenere i costi per la corretta gestione dei rifiuti derivanti dallo smaltimento dei Sottoprodotti di Origine Animale. Gli ingenti quantitativi di scarti, infatti, venivano prelevati dagli impianti di macellazione, mischiati tra  loro violando le normative di settore e trasportati presso una società del Napoletano dove subivano la  trasformazione illecita in prodotti commerciabili. Tra queste sostanze scarti di origine animale ad elevato rischio di BSE, il virus della temuta sindrome della “mucca pazza”, che costituisce un grave pericolo per la salute umana. Altri composti confluivano in concimi e fertilizzanti  che, una volta assorbiti dal terreno e quindi dai prodotti agricoli, potevano essere un pericolo per l’uomo o addirittura venivano trasformati in sostanze come collagene e gelatine utilizzate come integratori alimentari e prodotti ad uso cosmetico.