Forestale sequestra farmaci veterinari abusivi

red

 Una vera e propria rete dedita alla vendita di farmaci veterinari per la somministrazione ad animali in assenza di controlli medico-veterinario: 71 perquisizioni, otto magazzini abusivi di vendita al dettaglio posti sotto sequestro, 68 indagati a cui sono state notificate le relative informazioni di garanzia (grossisti di farmaci veterinari, titolari di attività commerciali non abilitati alla vendita di medicinali, dipendenti di case farmaceutiche e allevatori). Vari i reati contestati: commercio e somministrazione di medicinali guasti, somministrazione di farmaci con modalità pericolose per la salute pubblica,  esercizio abusivo della professione medico-veterinaria e di farmacista e ricettazione.  L’operazione, denominata “Bird Pharm”, coordinata dalla Procura di Reggio Emilia (RE) è il risultato di un’attenta indagine partita da attività di controllo condotte dai Nuclei Investigativi di Polizia ambientale e forestale di Reggio Emilia e Piacenza finalizzate a garantire la sicurezza alimentare dei consumatori dai rischi derivanti dall’assunzione di carni bovine, suine ed avicole sofisticate e da attività di controllo sulle voliere. Sequestrate circa 100 mila confezioni di farmaci veterinari e, in piccola parte, farmaci a uso umano, soggetti a prescrizione medica, e centinaia di farmaci provenienti dall’estero la cui commercializzazione in Italia è vietata in quanto sprovvisti di Autorizzazione immissione in commercio. Il valore commerciale indicativo dei farmaci sequestrati ammonta a circa 2 milioni di euro. Impegnati 230 uomini della Forestale che hanno effettuato perquisizioni locali e domiciliari presso centri di deposito, attività commerciali al dettaglio, farmacie, allevamenti ed abitazioni in 13 Regioni. Nel corso dell’inchiesta il personale del Corpo forestale ha individuato grossisti dediti a commercializzare farmaci senza la necessaria e indispensabile prescrizione medico veterinaria. Inoltre sono stati individuati soggetti ed esercizi commerciali non abilitati alla vendita di farmaci, provenienti dall’estero non vendibili nel territorio italiano per difetto di autorizzazione, nonché produzioni galeniche con composizioni artigianali di vari medicinali e nomi di fantasia. I farmaci venivano somministrati ad animali da voliera e ad animali da reddito destinati all’alimentazione umana come bovini, da latte e da ingrasso, suini e avicoli. Le indagini hanno permesso di scoprire soggetti compiacenti che si prestavano a compilare falsi documenti, soprattutto al fine di poter giustificare le movimentazioni non consentite da parte dei grossisti. Analogamente alcuni soggetti si prestavano a fornire copertura a trattamenti farmacologici illeciti con sostanze, come cortisonici e antibiotici, ad animali che venivano immessi nel mercato senza il rispetto delle particolari cautele a cui sono sottoposti gli animali e i loro sottoprodotti. La norma a riguardo, finalizzata alla difesa della salute, prevede infatti che, oltre alla registrazione del farmaco in appositi registri e alla obbligatorietà della comunicazione ai servizi veterinari pubblici (che nella fattispecie sistematicamente venivano elusi), gli animali che assumono farmaci e i loro sottoprodotti non possono essere destinati al consumo prima di un determinato lasso di tempo variabile in funzione del farmaco assunto (a volte anche mesi). All’apice dell’attività illecita è stata individuata una società grossista con rivendita diretta di farmaci veterinari con sede in Lombardia che commercializzava prevalentemente, oltre che nel mantovano, nel reggiano e nel parmense. L’operazione del Corpo forestale dello Stato ha così consentito di scardinare un articolato sistema di somministrazione e vendita “in nero” a ignari consumatori, non consapevoli delle sostanze chimico-farmaceutiche che assumevano indirettamente, in quanto contenute nei prodotti derivati, di origine animale destinati al consumo umano senza alcun controllo di legittimità sulla loro utilizzazione. Dalla documentazione acquisita sono emersi ulteriori elementi che non escludono ulteriori sviluppi procedimentali e processuali anche in ordine a nuove ipotesi di reato e al numero dei soggetti sottoposti a indagine. Alle operazioni ha collaborato il servizio veterinario della ASL di Reggio Emilia. Il comandante regionale dell’Emilia Romagna, Giuseppe Giove, ha espresso vivo compiacimento per le operazioni compiute congratulandosi con il personale che le ha condotte a tutela del cittadino e sottolineando la grande sinergia e il proficuo rapporto istituzionale con l’Autorità Giudiziaria e con il Servizio Veterinario di Reggio Emilia.