Furto identità, 25% degli italiani a rischio

red
Il CCP Italia ha deciso di indagare sulla presenza del furto d’identità nel nostro paese. La ricerca svolta dell’UNICRI ha preso il nome di "Il Furto di identità: immagine, atteggiamenti e attese dei consumatori italiani". L’agenzia ONU per la prevenzione del crimine ha intervistato telefonicamente 800 persone, e dalle risposte si è stilato un vero e proprio quadro sul fenomeno in Italia. Ricordiamo che i dati sono stati calcolati includendo la clonazione di carte di credito, bancomat, telefonini, gli addebiti per prodotti non richiesti, anche via Internet, e le adesioni inconsapevoli a contratti via Internet o telefono. Ecco cosa è emerso. Il 25,9% degli intervistati è stato esposto a una potenziale frode di identità nel corso dell’ultimo anno. Quelle che più spaventano sono riguardanti l’ottenimento di finanziamenti, crediti o mutui o il ritiro di contante dal bancomat. Se da un lato il furto d’identità fa paura, dall’altra, gli italiani dai 25 a 60 anni hanno atteggiamenti poco sicuri. Infatti l’80% si dichiara preoccupato dal fenomeno ma il 19,3%  non sanno come difendersi e chi contattare per essere aiutati. Seppure internet viene considerato un "luogo" pericoloso, quasi tutti scambiano continuamente informazioni personali, eseguono transazioni economiche. Il problema principale sembra dunque essere la mancanza di informazione sul furto di identità. Meno del 4% degli intervistati si è dichiarato infatti "molto informato" dai media su questo fenomeno. Le conseguenze? Si ripercuotono sull’economia. Se si perde fiducia nei mezzi informatici vengono di conseguenza meno utilizzate anche le carte di credito e, grazie ai canali social, il tutto finirebbe in un domino che metterebbe in crisi questo sistema.