GdF: Bologna, Operazione “acqua cheta”, scoperti canoni idrici non versati per quasi 7.000.000 di euro

Giuseppe Magliocco

Sembra non essere affatto “cheta” la situazione di 31 dipendenti pubblici segnalati dalla Guardia di Finanza di Bologna per un danno erariale che supera complessivamente gli 8 mln. in relazione ad una mala gestione di canoni idrici da parte di alcune società.
L’indagine dei finanzieri felsinei, in particolare, ha riguardato l’erogazione di milioni e milioni di litri di acque pubbliche in assenza di concessioni oppure erogate per usi diversi da quelli consentiti.
Secondo quanto accertato dalle fiamme gialle, che in tale contesto operativo si sono avvalsi della collaborazione dell’Agenzia regionale per la prevenzione, l’ambiente e l’energia dell’Emilia Romagna (ARPAE) ente al quale sono demandate le funzioni di concessione, autorizzazione, analisi, vigilanza e controllo in materia, sono emerse gravi irregolarità derivanti dai mancati versamenti di canoni idrici nel periodo 2001/2017 per un importo che sfiora i 7 mln. di euro.
Il motivo di tutto questo ammanco? Secondo i militari della GDF, alcuni consorzi di bonifica della provincia bolognese, che potevano beneficiare delle agevolazioni previste per l’irrigazione di colture agricole, hanno invece destinato l’acqua per usi diversi in favore di alcune società di capitali che hanno così impiegato la preziosa risorsa per finalità industriali, antincendio, igienico ambientali, ecc., tutto ciò in assenza dei previsti atti autorizzativi o con modalità difformi dalla normativa vigente.
Gli esiti dell’attività d’indagine sono ora al vaglio della Procura Regionale della Corte di Conti di Bologna, alla quale le fiamme gialle hanno rimesso la posizione di 26 dipendenti con ruoli direttivi/dirigenziali che per declaratoria era preposti, a vario titolo, alla gestione del demanio idrico regionale; nonché di 5 dirigenti regionali che non hanno adeguatamente provveduto a ridefinire le strategie necessarie al superamento delle criticità gestionali ormai stratificatesi nel tempo, con conseguente lievitazione dei costi di funzionamento dell’apparato burocratico (approntato proprio per tali finalità) per ulteriori 1,3 mln. di euro.
L’odierna attività, che promette già interessanti sviluppi, testimonia ancora una volta quale sia l’impegno che la Guardia di Finanza sta profondendo con successo in tutto il territorio nazionale per tutelare i le risorse ed i bilanci pubblici da sprechi e malversazioni d’ogni tipo.