È di proporzioni davvero impressionanti (circa 75 milioni di euro) il giro di fatture per operazioni inesistenti scoperto dai finanzieri del Comando Provinciale di Bologna al termine di una complicata indagine che ha coinvolto responsabili e collaboratori di alcune società del capoluogo felsineo nonché i dirigenti di due importanti squadre nazionali di basket, e che si è conclusa con un sequestro preventivo di beni mobili ed immobili per un valore che sfiora i 25.000.000 di euro.
Al momento sono 16 gli indagati ai quali i magistrati della Procura della Repubblica bolognese contestano, a vario titolo, il reato di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di svariati quanto gravi crimini economici, peraltro aggravati dalla transnazionalità.
Secondo quanto accertato dalle fiamme gialle, infatti, il gruppo criminale portava avanti da tempo un articolato quanto complicato sistema di frode fiscale internazionale per il quale, oltre a fare larghissimo uso di fatture false, venivano impiegati prestanome e fittizie società estere (tecnicamente definite “esterovestite”), allocate principalmente in Gran Bretagna ma di fatto operanti a Bologna, nonché interponendo nei loro traffici truffaldini anche fiduciarie straniere aventi residenza nei cosiddetti “paradisi fiscali” delle Isole Vergini e di Panama.
Tutto l’impianto aveva chiaramente lo scopo di “schermare” i sostanziosissimi ricavi ottenuti da un sistema di frode che aveva per oggetto prestazioni di sponsorizzazione per le suddette squadre di basket (tra cui una maschile di Imola e l’altra femminile di Parma).
Tali fatture venivano emesse da società appositamente costituite a Londra (città dove però avevano solo un mero recapito), mentre di fatto erano create e gestite a Bologna. Le medesime società, che avevano per di più acquistato a prezzi irrisori i diritti d’immagine dei due team cestistici emiliani, giovando della propria residenza estera emettevano così fatture senza applicazione dell’IVA e, ovviamente, non presentavano in Italia alcuna dichiarazione.
A loro volta gli sponsor, ricevuta la fattura, effettuavano i relativi pagamenti attraverso bonifici bancari su conti correnti accesi presso banche londinesi, salvo poi dirottarli su altri conti correnti, aperti nel Principato di Monaco e nella Repubblica di San Marino, ove alcune società di comodo intestate a prestanome ne erano titolari.
Proprio da tali conti il denaro veniva quindi prelevato in contanti per poi essere messo nelle mani degli sponsor provvedendo, inoltre, alla materiale restituzione delle fatture false con annessi contratti (simulati oltre che gonfiati) di sponsorizzazione.
Ad entrambi i presidenti delle società di basket coinvolte viene contestato un ruolo determinante all’interno del sodalizio criminoso, poiché per gli inquirenti erano proprio loro a procacciare direttamente gli sponsor da coinvolgere nel giro.
L’importante operazione odierna, oltre a testimoniare il grande sforzo operativo che la Guardia di Finanza da sempre profonde nel contrasto all’evasione fiscale e contro ogni altro crimine finanziario, attività per le quali schiera molte delle sue migliori risorse investigative, pone altresì l’accento sulla stretta vigilanza che il Corpo opera sulle sponsorizzazioni dirette al mondo dello sport affinché le società oneste, che portano avanti la loro meritoria attività nelle varie realtà sportive italiane, non si trovino a dover combattere anche forme di “doping finanziario” rappresentate da casi come questo e che, oltre a causare un danno inaccettabile per le casse dello Stato, possono altresì costituire un rilevante ma del tutto illecito vantaggio nelle disponibilità economiche di talune società.
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Forze di Polizia GdF: Bologna, scoperto un mega giro di fatture false emesse per sponsorizzazioni...