GdF: Caserta, le mani della camorra sul “business” dei videopoker. Arrestati 11 responsabili

Giuseppe Magliocco

Erano già stati spossessati delle loro aziende attive nel settore dei giochi e delle slot machine perché direttamente collegate ad un gruppo camorristico locale, eppure nel tempo erano riusciti a re-imporsi sul mercato con la forza intimidatrice tipica della malavita organizzata, sino a quando stamattina 100 finanzieri in forza ai Reparti territoriali del Comando Provinciale di Caserta hanno arrestato 11 soggetti tra cui affiliati al clan di camorra dei “Belforte – fazione di Maddaloni”, nonché alcuni imprenditori che li fiancheggiavano.
L’operazione delle fiamme gialle casertane – chiamata “Golden Game” – era stata avviata nel 2016 a seguito di una segnalazione anonima con la quale erano state segnalate diffuse irregolarità in ordine all’istallazione di alcuni videopoker (meglio conosciuti come “new slot”), di proprietà di due ditte della zona che, stranamente e in pochissimo tempo, avevano allargato il loro “business” in maniera esponenziale quanto repentina.
Dopo aver cominciato ad avviare alcuni mirati controlli presso gli esercizi commerciali e le sale-gioco che ospitavano i congegni “sospetti”, i militari della GDF hanno ampliato presto la loro indagine – tra l’altro direttamente coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia – integrandola di intercettazioni telefoniche ed ambientali, nonché di appostamenti e pedinamenti; indagini tecniche complesse ma necessarie per raccogliere elementi di prova certi in quei contesti sociali fortemente omertosi ove la camorra normalmente attua i suoi sporchi traffici.
Interrogando numerosi testimoni, che una volta messi di fronte alle evidenze probatorie non hanno più potuto trincerarsi dietro il silenzio, è così emerso come i camorristi avessero imposto agli esercenti di ospitare all’interno dei loro locali solo i videopoker da loro forniti, estromettendo così di punto in bianco le altre aziende del settore con cui avevano sino a quel momento lavorato.
Come accertato dai finanzieri proprio in base alle numerose prove raccolte, gli imprenditori monitorati erano riusciti ad aggirare la misura di prevenzione precedentemente disposta nei loro confronti imponendosi ancora sul territorio grazie al potere criminale, nonché operando per mezzo di “teste di legno” a cui le loro attività erano state formalmente intestate.
Sono oltre 20 al momento i casi di estorsione accertati e commessi nei confronti di altrettanti esercenti che, di fatto, erano stati minacciati da pluripregiudicati affinché nei loro locali ospitassero solo le “new slot” dagli stessi imposte.
Al termine dell’operazione sono stati ben 130 gli apparecchi da gioco sequestrati dai finanzieri, tutti rinvenuti in locali di Maddaloni (CE) e dintorni, ovvero proprio nella zona in cui il clan “Belforte” esercita la sua egemonia criminale.
Accogliendo in pieno le richieste della Guardia di Finanza, l’Autorità Giudiziaria ha altresì disposto il sequestro del complesso aziendale oggetto delle indagini, nonché dei beni patrimoniali riconducibili alle ditte individuali colluse con il clan.
Le attività di polizia stanno comunque proseguendo con alcune analisi tecniche volte a scoprire eventuali alterazioni dolose nei software dei congegni sequestrati, nonché a ricostruire il volume d’incassi che grazie a queste “new slot” i camorristi ed i loro complici erano riusciti a realizzare.
Giuseppe Magliocco