GdF: Caserta, lotta al “caporalato” tra le campagne del mondragonese. Arrestato uno sfruttatore romeno

Oriol De Luca

Immaginare di lavorare nei campi in una giornata come quella dello scorso 29 ottobre, dove tutto il territorio italiano è stato pesantemente avversato dal maltempo, può sembrare semplicemente inimmaginabile; eppure a tanto ha costretto le braccianti di cui era il “caporale” un uomo di nazionalità rumena arrestato oggi dai finanzieri del Comando Provinciale di Caserta i quali, per la stessa attività illecita, hanno denunciato anche i due ucraini che lo fiancheggiavano.
La nuova operazione della Guardia di Finanza a contrasto del triste fenomeno del “caporalato” nel settore agricolo, si è svolta nelle campagne di Mondragone (CE) dove i tre soggetti operavano con organizzata continuità, in favore di una loro “fidelizzata” clientela di imprenditori agricoli pronti ad abbattere i costi della manodopera ed altrettanto pronti ad affidarsi per questo a personaggi con pochi scrupoli.
Sulla scorta di una precedente operazione che nello scorso mese aveva già portato all’individuazione di una “caporale” tunisino e di un altro suo “collega” ucraino, la GDF di Caserta – sotto la guida della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere – ha così avviato una nuova indagine muovendo in un contesto non facile e costituito essenzialmente di persone vittime di sfruttamento ma, comunque, fortemente assoggettate ai loro stessi sfruttatori.
Utilizzando le più efficaci tecniche di polizia, i finanzieri casertani sono comunque riusciti a ricostruire nonché a documentare l’illecita attività condotta dal romeno e dai suoi fiancheggiatori ucraini, che consisteva nel reclutare fino a 20 braccianti al giorno, quasi sempre persone di sesso femminile e bisognose di lavorare, che venivano accompagnate sui luoghi di lavoro stipate sui classici furgoncini.
Una volta “scaricata” direttamente sul posto la forza-lavoro, iniziavano così massacranti giornate sui campi o nelle serre che iniziavano all’alba per poi concludersi solo all’imbrunire, ovviamente senza alcun contratto, con paghe ben al di sotto di quello che è previsto nei contratti di categoria, senza alcuna forma di protezione, senza possibilità di fruire di servizi igienici e senza la possibilità di comunicare con gli altri, ovviamente sempre sotto lo sguardo vigile dei loro “caporali” molto impegnati nel far rendere al massimo le lavoratrici che sfruttavano senza alcun ritegno, per poi incassare il pattuito (in denaro contante) dai proprietari delle coltivazioni (nello specifico un 60enne di Mondragone ed un 57enne di Formia), pronti poi a ricontattarli all’occorrenza e che – proprio per loro provata contiguità nella vicenda in qualità di “committenti” – si vedono ora indagati.
Il fenomeno del c.d. “caporalato” rappresenta una forma di economia deviata, per questo fortemente e fermamente contrastata dalla Guardia di Finanza in larga parte del territorio nazionale; una forma inaccettabile di sfruttamento del lavoro (che ha causato anche tragiche morti) e che risponde solo alla massimizzazione dei guadagni conseguiti in totale dispregio delle norme poste a tutela del lavoro e degli stessi lavoratori che, tra l’altro, rappresenta un’autentica forma di concorrenza sleale verso chi opera la propria attività imprenditoriale sostenendo costi ben più alti pur di lavorare nel rispetto delle regole e della dignità dei propri dipendenti.