GdF: Crotone, contrabbando di prodotti petroliferi dalla Polonia. Eseguite 11 misure cautelari

Giuseppe Magliocco

Un’altra frode alle accise sui prodotti petroliferi è stata scoperta dalla Guardia di Finanza, stavolta quella di Crotone, che al termine di un’indagine iniziata nel 2016 ha comportato l’emissione di 11 custodie cautelari e la denuncia di 21 persone, ritenute responsabili di una frode stimata un almeno 1 milione di euro in imposte evase e conseguente immissione illegale in commercio di 1.400.000 lt. di pseudo-gasolio.
Secondo quanto accertato dai finanzieri agli ordini del Colonnello Emilio Fiora, si tratta di un sodalizio criminale a base familiare operante nella cittadina di Torretta di Crucoli. Le indagini sul gruppo delinquenziale oggi smantellato erano nate da un controllo stradale operato nei confronti di un’autocisterna con targa polacca che le fiamme gialle pitagoriche avevano fermato nei pressi del Comune di Cutro (KR).
Proprio durante quel controllo i militari si erano accorti di alcune anomalie che hanno successivamente portato, anche grazie agli strumenti di cooperazione internazionale, ad acquisire nuovi e dettagliati elementi di prova nei riguardi quella che inizialmente si paventava già come una frode di larghe proporzioni, ed anche molto ben organizzata.
Il sistema escogitato dai responsabili, infatti, era alquanto subdolo e si sostanziava nella fornitura di prodotti energetici resa da alcune raffinerie polacche nonché nella predisposizione di documenti che attestavano quello pseudo-gasolio come un normale prodotto lubrificante, che però non sconta l’accisa prevista invece per i comuni carburanti destinati all’autotrazione.
Come già avvenuto in altri casi simili portati alla luce dalla Guardia di Finanza, si tratta di un prodotto che è del tutto assimilabile al gasolio in quanto in grado di essere impiegato nei motori diesel, consentendo però a chi lo rivende di massimizzare straordinariamente i guadagni proprio perché non ha assolto ai previsti obblighi d’imposta, nonostante sia stato poi spacciato come comune gasolio ingannando così anche i conducenti di auto e camion.
Il modus operandi adottato dai frodatori, nel dettaglio, si avvaleva anche di una triangolazione con la Repubblica Ceca, paese nel quale il prodotto veniva fatto confluire dalle industrie polacche prima di essere smerciato in Italia da distributori compiacenti.
Da notare, al riguardo, anche il sistema di trasporto dello pseudo-gasolio che non avveniva generalmente tramite idonee autocisterne, bensì in contenitori cubici di polietilene (i c.d. “bulk”) normalmente utilizzati per contenere liquidi d’ogni genere, caricati su camion telonati proprio allo scopo di non insospettire troppo le Forze di Polizia in caso di controlli in quanto dichiarati come lubrificante e non come carburante, che avrebbe invece richiesto ben altre modalità di trasporto da effettuarsi con ben altri mezzi.
Da notare come nonostante l’attività repressiva avesse già colpito duro grazie ad una analoga attività compiuta dalla GDF di Udine, il gruppo criminale calabrese aveva comunque continuato imperterrito nella sua remunerativa attività contrabbandiera.
Le attività di indagine condotte nei loro riguardi anche con pedinamenti, appostamenti e intercettazioni telefoniche, hanno però oggi consentito di chiudere finalmente il cerchio arrivando anche all’identificazione dei loro numerosi complici sparsi tra Lombardia, Toscana, Emilia Romagna e Puglia.