GdF: Napoli, sequestrati 13 capannoni abusivi al cui interno erano state stoccate 6.000 tonnellate di rifiuti speciali. Tre responsabili denunciati

Enrico Fiorenza

La continua azione di controllo economico del territorio consente anche di poter acquisire elementi informativi in settori d’intervento che sono molto differenti tra loro, i militari della Guardia di Finanza questo lo sanno bene e l’ultimo sequestro dovuto a gravi reati ambientali compiuto dai finanzieri del Comando Provinciale di Napoli ne è una chiara dimostrazione.
Proprio sulla base di una pregressa attività informativa, le fiamme gialle partenopee hanno individuato un fondo agricolo di circa 3.600 mq., sito nel comune di Pompei (NA), sulla cui superficie erano stati realizzati, in forma del tutto abusiva, ben 13 capannoni.
Quello che all’inizio si palesava come uno dei tanti abusi edilizi della zona, però, nascondeva al suo interno una diversa realtà fatta da un imponente stoccaggio – del tutto clandestino – di rifiuti speciali per un quantitativo che supera le 6.000 tonnellate.
Tra la davvero imponente quanto preoccupante massa di rifiuti, i finanzieri operanti hanno trovato pellami, stracci di indumenti, scarti di lavorazione tessile, carta e cartone; tutti materiali peraltro facilmente infiammabili e depositati in strutture non dotate neppure di idonee attrezzature antincendio.
È così di tutta evidenza che l’area servisse ad alcuni opifici dell’hinterland napoletano per “smaltire” in maniera del tutto illegale gli scarti della loro attività produttiva che, invece, debbono essere affidati esclusivamente a società specializzate e regolarmente autorizzate alla raccolta ed al trattamento di questi particolari materiali di risulta.
Ovviamente tutto questo ha un suo costo, per tale motivo alcuni imprenditori senza scrupoli preferiscono abbattere tali spese affidando i loro rifiuti a persone che poi li stoccano in aree di anche loro proprietà pur senza possedere alcuna autorizzazione al riguardo, magari smaltendoli poco alla volta con l’incenerimento causando così un ulteriore e non indifferente danno ambientale, ovviamente conseguendone ricavi “in nero” che poi vengono del tutto occultati al Fisco.
Al termine delle operazioni di sequestro tre responsabili sono stati denunciati, mentre i finanzieri stanno allargando il campo le indagini per risalire alle imprese che hanno smaltito sull’area sequestrata i propri rifiuti.
Anche i reati ambientali hanno dunque implicazioni di polizia economico-finanziaria, per questo la Guardia di Finanza chiede supporto alla cittadinanza affinché segnali la presenza di eventuali aree abusive di stoccaggio di rifiuti tossici e speciali attraverso il numero di pubblica del Corpo “117” attivo – 24 ore su 24 – in tutto il territorio nazionale.