GdF, operazione “Gomorrah”

Tiziana Montalbano

 

 

  

E’ in corso di esecuzione in Italia e in altri dieci Paesi dell’Unione Europea un’operazione anticontraffazione da parte della GdF di Napoli e dello SCICO di Roma, coordinata dai sostituti della Direzione distrettuale antimafia di Napoli. All’attività collaborano in Francia, Germania, Spagna, Regno Unito, Polonia, Repubblica Ceca, Slovenia, Danimarca, Ungheria e Svezia le diverse Autorità di polizia locali, coordinate da ufficiali di EUROPOL. In varie parti d’Italia si stanno eseguendo 9 ordinanze di custodia cautelare (sei in carcere e tre agli arresti domiciliari), nonché numerosi provvedimenti di sequestro di immobili, società, conti correnti ed autoveicoli, mentre nei paesi dell’Unione si eseguono contestualmente attività di perquisizione e sequestro di beni strumentali all’attività illecita. L’indagine è iniziata nel 2009 su input proveniente dall’Ufficio di EUROJUST, che ha raccolto una serie di segnalazioni provenienti praticamente da tutti gli Stati Ue sulla massiccia distribuzione di prodotti elettroutensili e di alta tecnologia, provenienti dalla Cina, recanti marchi falsi e risultati pericolosi per la salute dei cittadini. Si tratta in particolare di generatori elettrici, trapani, motoseghe e telefoni portatili I-Phone di ultima generazione. Molte sono state le indicazioni che hanno condotto in questa direzione, tra le quali merita una segnalazione speciale la nota Europol AWF Copy di volta in volta aggiornata dagli ufficiali delegati, che ha raccolto numerosi indizi, tutti estremamente significativi per sostenere l’ipotesi investigativa oggetto del procedimento. All’esito dell’intensa attività di coordinamento in sede EUROJUST si conveniva di procedere alle investigazioni necessarie in maniera concordata con le altre Autorità Giudiziarie Europee interessate dal fenomeno con la trasmissione vicendevole degli elementi investigativi ritenuti utili in base alla Convenzione ONU contro la criminalità organizzata transnazionale. Nel procedimento aperto presso la Procura di Napoli si è analizzata l’ipotesi investigativa legata all’esistenza di un’organizzazione internazionale, che si presume legata alla camorra, con base in Napoli e dedita all’importazione dalla Cina e alla commercializzazione, in numerosi Stati Europei, in Australia ed in altri paesi, di vari prodotti contraffatti. L’indagine, poi, si è sviluppata su una serie di tronconi, tra cui quello relativo al gruppo Castellano, colpito dalla ordinanza del Gip eseguita in data odierna. In tale prospettiva l’autorità giudiziaria italiana, e dunque la Procura di Napoli ha già comunicato alle autorità giudiziarie dei paesi membri di Eurojust molte notizie informative, intraprendendo con le autorità giudiziaria e di polizia della Francia e della Germania un’ azione investigativa praticamente congiunta che ha di recente condotto a numerosi arresti e sequestri di merce in quei Paesi, così come sarà specificato in una nota in corso di diffusione da parte degli organismi internazionali interessati (EUROJUST ed EUROPOL). L’operazione rappresenta una delle prime applicazioni in Italia del nuovo regime sanzionatorio che ha notevolmente inasprito le pene in materia di contrasto alla contraffazione, inserendo speciali misure di sicurezza patrimoniali e stabilendo la competenza della Procura Antimafia per le ipotesi associative. Nel dettaglio, a seguito di serrate e penetranti indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Napoli – Direzione Distrettuale Antimafia, nella mattinata odierna, i finanzieri del Comando Provinciale di Napoli e del Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata, hanno arrestato, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice per le indagini preliminari di Napoli, nove persone appartenenti ad una organizzazione criminale dedita alla commercializzazione internazionale di prodotti contraffatti provenienti dalla Cina. I reati contestati agli indagati sono quelli di associazione per delinquere, ricettazione, introduzione e commercio di prodotti con segni falsi, frode in commercio e immissione sul mercato di prodotti pericolosi. L’operazione costituisce l’esito di indagini di p.g. delegate dalla D.D.A. di Napoli al Nucleo di Polizia Tributaria GdF di Napoli e allo S.C.I.C.O. che hanno avuto origine da una richiesta di EUROJUST, l’organismo di cooperazione giudiziaria dell’Unione Europea, con la quale si segnalava l’esistenza di un’organizzazione internazionale, radicata a Napoli e dedita all’importazione dalla Cina ed alla commercializzazione, in numerosi Stati Europei, di vari prodotti contraffatti. Successivamente a tale richiesta, su iniziativa del Desk francese presso EUROJUST si tenevano riunioni di coordinamento tra numerose Autorità giudiziarie di Stati membri, dalle quali emergeva che il sodalizio criminale segnalato effettuava la vendita “porta a porta” di prodotti elettrici e meccanici di fabbricazione cinese, importati in Italia e successivamente smistati nei vari Stati membri UE. Su tali prodotti era apposta una falsa etichetta di noti marchi del settore (come ad esempio Bosch, Honda e Hitachi) per accreditarne la qualità e facilitarne la commercializzazione. I preliminari riscontri investigativi, nonché le dichiarazioni rese da diversi collaboratori di giustizia permettevano di collegare alcuni soggetti segnalati ai clan camorristici Mazzarella e Licciardi, da sempre impegnati nell’importazione e distribuzione di ingenti quantitativi di merce contraffatta, e conducevano all’avvio di articolate indagini di p.g., ancora in corso. L’attività investigativa – che avendo una spiccata proiezione internazionale, si è avvalsa anche del supporto del II Reparto del Comando Generale della Guardia di Finanza – ha permesso di disvelare l’esistenza e l’operatività di un gruppo criminale dedito, stabilmente, alla commercializzazione sul territorio nazionale di innumerevoli prodotti provenienti dalla Cina, successivamente contraffatti con l’apposizione di etichette adesive riportanti noti marchi di fabbrica nazionali e stranieri. In sintesi, la consorteria criminale indagata acquisiva per via telefonica degli ordinativi di merce, apponeva sugli imballaggi false etichette che pioi contrassegnava con una X e consegnava a un corriere espresso di Napoli, con relativa comunicazione dei dati del mittente (falso) e del destinatario. Ai vertici dell’organizzazione indagata, si ponevano le figure di Nunzio Castellano e dei figli Mirko e Gennaro, tutti soci della IRON 3000 srl, con sede a Napoli nel quartiere di Vasto Arenaccia, mediante la quale provvedevano a distribuire in tutta l’Unione Europea motoseghe, generatori elettrici, martelli pneumatici ed altri analoghi prodotti recanti segni distintivi mendaci. In tal modo, i Castellano e i loro sodali non solo ingannavano gli acquirenti finali che credevano di acquistare articoli di aziende affidabili, ma esponevano gli stessi a gravi rischi per la loro salute e integrità fisica atteso che gli elettroutensili erano privi degli standard di sicurezza imposti dalle severe normative comunitarie. Perizie eseguite in molti Paesi dell’Unione hanno attestato le gravi difformità con conseguenti pericoli per la salute dei cosumatori. L’esito delle indagini ha condotto all’emissione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di sei persone e agli arresti domiciliari per altre tre, nonché il sequestro preventivo dei beni utilizzati per la commissione dei reati di contraffazione, e dei beni immobili, mobili e dei conti correnti nella disponibilità degli indagati. Misura qust’ultima applicata per la prima volta in Italia dopo l’entrata in vigore della nuova normativa anticontraffazione. Complessivamente, sono stati sequestrati un azienda, quattro quote societarie, 17 autovetture, tre motocicli e 19 immobili, per un valore complessivo di oltre nove milioni di euro. Sono stati sottoposti a sequestro anche 152 rapporti bancari. In fase di esecuzione su uno solo dei conti correnti sono stati rinvenuti oltre due milioni e cinquecentomila euro in titoli. Tale importo è assolutamente in linea con il volume degli affari del gruppo criminale e con i conseguenti guadagni illeciti. Basti pensare che, per esempio, un generatore elettrico pagato in Cina 80 euro viene immesso sul mercato europeo e venduto al minuto anche a 1200 euro. Contestualmente all’esecuzione dei provvedimenti giudiziari italiani, sono in corso perquisizioni locali, richieste da quest’Ufficio con il coordinamento di EUROJUST, in 10 Paesi europei, nei confronti di soggetti, emersi dalle indagini tecniche, risultati essere stati acquirenti di consistenti partite di merce inviate dagli indagati. Gli Stati Europei interessati sono Danimarca, Francia, Germania, Polonia, Regno Unito, Repubblica Ceca, Slovenia, Spagna, Svezia e Ungheria. Peraltro, già nel mese di settembre 2009, furono eseguite dalla Guardia di Finanza di Napoli, dodici perquisizioni locali, nell’ambito di una richiesta di assistenza giudiziaria, inoltrata dalla A.G. tedesca di Karlsruhe, che consentì di sequestrare 4.079 etichette contraffatte di noti marchi di elettroutensili, titoli di credito per un importo di 14.200 euro e documentazione extracontabile utile per le indagini. Negli altri Paesi dell’Unione sono, infine, state già eseguite numerose operazioni di polizia, coordinate con l’A.G. di Napoli, che hanno condotto ad arresti e sequestri di merce contraffatta e pericolosa per la salute. I soggetti destinatari di custodia cautelare in carcere sono Nunzio, Mirko e Gennaro Castellano, e Ciro Tarallo, mentre sono finiti ai domiciliari Francesco Aiello, Armando Petrucci e Salvatore Capano. Altri due soggetti risultano, allo stato, irreperibili in quanto impegnati all’estero nella consueta attività di distribuzione della merce.