GdF, operazione "Rete pulita" a Prato

Tiziana Montalbano

  Si è appena conclusa un’importante indagine della Compagnia della Guardia di Finanza di Prato nel settore del diritto d’autore, che ha portato al sequestro di 4 immobili adibiti a internet point, di 300 computer sui quali erano stati scaricati 2.100.000 film “pirata”, nonché all’arresto di 3 clandestini e alla denuncia di 12 responsabili, tutti imprenditori di nazionalità cinese. L’attività, che ha impegnato complessivamente oltre 50 finanzieri per le perquisizioni, l’identificazione dei soggetti e l’esame del materiale sequestrato, è nata e si è sviluppata nella città di Prato, dove gli uomini delle Fiamme Gialle hanno effettuato una prima serie di accessi mirati all’interno di attività commerciali cinesi adibite alla vendita di computer e accessori per la telefonia. All’interno di esse la scoperta: dietro all’attività legale dichiarata, i titolari avevano messo in atto un nuovo modo di fornire alla clientela film e file musicali in violazione della normativa sul diritto d’autore. Infatti, piuttosto che vendere illegalmente cd e dvd masterizzati, avevano organizzato un sistema imprenditoriale meno evidente, ma indubbiamente molto efficace: si facevano lasciare per qualche ora i personal computer dei clienti, sui quali – tramite un collegamento ai propri server – trasferivano direttamente intere gallerie filmografiche e musicali pirata. I primi interventi hanno consentito di sequestrare centinaia di computer e hard disk esterni all’interno dei quali erano contenuti oltre 50 mila gigabyte di materiale illegale, per oltre 2 milioni di file, che comprendevano sia film attualmente in circolazione nelle sale cinematografiche mondiali (prodotti da major quali Metro Goldwin Mayer, Universal, Sony, Columbia, Disney, Dreamworks), sia serie televisive, film vietati ai minori nonché album musicali degli artisti più quotati in ambito internazionale. Un nuovo modo dunque di violare la norma e di rendere più ardua la scoperta degli illeciti, considerato che i computer e gli hard disk portatili sui quali venivano trasferiti i filmati erano sistemati con apparente noncuranza sui banconi dei negozi, confusi tra i computer in riparazione. I finanzieri hanno poi cercato di risalire alle possibili fonti di acquisizione di tali filmati, e il percorso a ritroso ha portato dritto alla “rete”: i militari hanno infatti perquisito 4 Internet point, sulle cui postazioni – costituite complessivamente da oltre 200 computer – circolavano in condivisione film di tutti i generi, che venivano guardati direttamente in loco. L’attività, tuttavia, non è stata affatto agevole per gli investigatori, poiché all’atto del loro ingresso, erano presenti negli internet point 200 persone, di cui molte minorenni, tutte identificate. Tra loro sono stati fermati 13 clandestini, di cui 3 tratti in arresto per il mancato rispetto di decreti di espulsione. Grazie all’ausilio di personale della SIAE e delle principali associazioni di categoria impegnate nella tutela della proprietà intellettuale in ambito mondiale (BSA – Business Software Alliance per il settore del software, FAPAV – Federazione AntiPirateria Audio Visiva per il settore audiovisivo e FPM – Federazione contro la Pirateria Musicale per quello discografico nonché della Sony Pictures Home Entertainment per gli home video), nonché di tecnici informatici, è stato anche possibile sequestrare software illegalmente installati sui computer e individuare file e link nascosti e protetti sui server dei titolari degli esercizi, che una volta attivati permettevano la visione di film in streaming, ossia mediante un collegamento diretto a portali in lingua cinese che offrivano illegalmente il materiale. Il valore commerciale delle opere tutelate da diritto d’autore e dei software originali illegalmente copiati è stato stimato dai finanzieri in oltre 10 milioni di euro.