GdF: Perugia, scoperta un’organizzazione criminale che rivendeva milioni di litri di gasolio in evasione d’imposta

Emidio Lasco

Ha numeri impressionanti la maxi-frode scoperta dai finanzieri del Comando Provinciale di Perugia e dai funzionari dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli nel settore della vendita di gasolio. Un danno per lo Stato calcolato in almeno 11 milioni di euro realizzato in evasione di accisa, oltre ad un’evasione fiscale di altri 2,5 milioni di euro.

Sono invece ben 22 le persone coinvolte nella frode, 12 delle quali membri di un’organizzazione criminale che aveva la propria base logistica a Terni presso un deposito fiscale di prodotti petroliferi, all’interno del quale venivano simulate vendite di gasolio per usi agevolati o esenti (per l’agricoltura o la pesca), oltre a 10 loro fiancheggiatori in capo ai quali venivano intestate società inesistenti.

Secondo quando accertato dagli investigatori della Guardia di Finanza, consistenti partite di gasolio venivano cedute a società fittizie (di fatto esistenti solo sulla carta) aventi sede in Abruzzo, Molise, Lazio e Campania, alle quali imputare regolari forniture mentre il prodotto veniva invece fraudolentemente destinato ad altri impieghi come l’autotrazione per i quali è però prevista la tassazione piena.

Poiché il carburante destinato a usi agevolati o esenti viene denaturato con coloranti che ne rendono visibile il diverso impiego rispetto a quello per autotrazione, i responsabili della frode avevano persino manomesso gli impianti di denaturazione lasciando così il gasolio inalterato, salvo poi immetterlo in commercio con una falsa documentazione di trasporto e di vendita e facendolo dunque finire presso altri depositi commerciali o direttamente ai distributori stradali.

L’impiego di indagini tecniche come le intercettazioni telefoniche e la localizzazione satellitare dei mezzi utilizzati per il trasporto del gasolio, coadiuvate da una penetrante attività d’indagine, ha consentito di portare alla luce un vero e proprio sistema di vendita “in nero” che, oltre all’indubbio vantaggio dovuto all’evasione fiscale parallelamente perpetrata, ha generato una forte concorrenza sleale a danno degli imprenditori del settore che operano nel rispetto delle regole.

Secondo le fiamme gialle perugine, infatti, l’associazione ha immesso in consumo – in poco più di un anno e mezzo – qualcosa come 20 milioni di litri di gasolio, come peraltro comprovato da una contabilità “parallela” che i finanzieri hanno rinvenuto durante la perquisizione effettuata in una delle società coinvolte.

Al termine dell’indagine, oltre al sequestro di 450.000 litri di prodotto illecitamente accantonato, sono stati sequestrati beni mobili e immobili per 7 milioni di euro nei confronti dei responsabili.

Beni tra i quali figurano 53 fabbricati e un intero deposito fiscale con relativi impianti e cisterne, 21 terreni, 53 rapporti bancari nonché le quote di 12 società, 7 motrici e 6 rimorchi nonché 16 tra auto e motoveicoli.