GdF: Ragusa, scoperto un nuovo traffico contrabbandiero di gasolio agricolo. 10 responsabili denunciati

Oriol De Luca

Avevano creato un vero e proprio “sistema” per acquistare gasolio agricolo che poi cedevano – a prezzi nettamente inferiori rispetto a quelli normali – in favore di soggetti non legittimati a ricevere ed utilizzare il prezioso prodotto, realizzando così ingenti guadagni in danno delle casse dell’Erario ma anche delle altre imprese che operano nel pieno rispetto delle regole.
Si è così conclusa con la denuncia di 10 responsabili l’ennesima frode alle accise scoperta dai finanzieri del Comando Provinciale di Ragusa e realizzata attraverso la compravendita di gasolio agricolo che, invece di essere destinato ai motori di trattori o di altre macchine operatrici impiegate in agricoltura, finiva per essere utilizzato per normali impieghi di autotrazione di veicoli stradali.
L’operazione delle fiamme gialle ragusane – denominata “Ippary Green Fuel” – era partita da due precedenti e significativi sequestri di gasolio agricolo effettuati a fine 2015 e nel febbraio 2016, allorquando gli uomini della GDF ragusana bloccarono 3 autocisterne contenenti questo particolare prodotto petrolifero ma che al momento dei controlli non però era scortato dalla prevista documentazione.
Dal quel momento, sospettando che il caso non fosse purtroppo isolato, i finanzieri del capoluogo ibleo hanno così avviato, sotto la direzione della locale Procura della Repubblica, una lunga indagine a conclusione della quale tutto il modus operandi escogitato per frodare lo Stato è saltato fuori insieme ai suoi ideatori e utilizzatori.
In buona sostanza, si trattava di acquistare ingenti quantitativi di gasolio agricolo proveniente da vari depositi autorizzati per poi cederlo, ovviamente con falsa documentazione, a qualcosa come 25 diverse imprese, nessuna delle quali aveva però titolo a ricevere tale prodotto che, come noto, sconta una tassazione nettamente più bassa rispetto al comune gasolio per autotrazione.
Lo stesso “sistema”, messo a punto in maniera alquanto certosina, prevedeva altresì il coinvolgimento di soggetti giuridici autorizzati a ricevere gasolio agricolo ma che acconsentivano a cedere lo stesso carburante ai membri del sodalizio di truffatori. Quest’ultimi, per potersi garantire una regolarità documentale, venivano altresì dotati dai loro “fornitori” dei libretti U.M.A. (Utenti Motori Agricoli) la cui gestione e rendicontazione è loro affidata in via esclusiva.
In tal modo la truffa aveva così un duplice effetto, poiché gli stessi soggetti U.M.A. potevano far dunque figurare un più alto consumo di carburante per le loro macchine operatrici ed ottenere in tal modo maggiori quantitativi per il rifornimento, allargando ancor di più la portata e gli effetti della frode perpetrata.
I materiali utilizzatori del gasolio dal canto loro, per impedire la tracciabilità del prodotto, provvedevano a falsificare i relativi documenti di accompagnamento ed omettevano di compilare i relativi registri di carico e scarico di cui sono dotati a fini della normativa sul settore delle accise, potendo così rivedere sul “mercato nero” il gasolio indebitamente ottenuto ed a prezzi assai convenienti che gli investigatori hanno accertato in 0,70/0,72 euro al litro (a fronte di un prezzo che per il gasolio agricolo oscilla tra i 0,50/0,55 euro al litro).
Un sistema fraudolento scoperto dalla Guardia di Finanza ragusana avrebbe dunque consentito l’immissione fraudolenta in consumo di almeno 195.000 litri di prodotto per i quali i responsabili denunciati dovranno presto rispondere per capi d’accusa pesanti, e che senza mezzi termini parlano di associazione a delinquere finalizzata al contrabbando di prodotti petroliferi.