GdF: Rimini, usura sulla costa romagnola con tassi d’interesse del 120%. Sequestrati beni per 650.000 euro

Oriol De Luca

Erano imprenditori in difficoltà economiche le vittime predilette di una famiglia di usurai che per i prestiti di denaro concessi applicava poi tassi d’interesse fino al 120%, ma nei confronti dei quali è ora stato disposto un sequestro “per equivalente” di beni per 650.000 euro.
L’operazione, condotta dai finanzieri del Comando Provinciale di Rimini e chiamata in codice “Tokos”, è partita dalla denuncia di un imprenditore che per un prestito di 300mila euro aveva però dovuto impegnarsi a restituirne ben 420mila nel giro di poco tempo.
Ricevuta la denuncia, le fiamme gialle riminesi hanno così iniziato a rivolgere la loro attenzione verso un settantacinquenne della zona il quale, nonostante risultasse praticamente nullatenente e con un reddito derivante soltanto dalla sua modesta pensione, aveva però messo in piedi una remunerativa attività di “strozzinaggio” coadiuvato in questo sia dal figlio e dalla nuora, sia da altri suoi fiancheggiatori.
Grazie ai minuziosissimi accertamenti bancari che i finanzieri hanno eseguito nei loro confronti, nonché alla collaborazione che nel frattempo è cominciata a giungere agli investigatori da parte di altre vittime, è così emersa l’esistenza di prestiti usurari per circa 900.000 euro, per i quali i responsabili dell’illecita attività avevano richiesto ed ottenuto “interessi” per 650.000 euro.
Non appena il quadro probatorio ottenuto dagli investigatori della GDF è stato delineato nella sua interezza all’Autorità Giudiziaria, è cosi stato disposto il sequestro patrimoniale di cui sopra che la Procura della Repubblica riminese ha quantificato proprio sul volume degli ingenti quanto illegali guadagni usurari conseguiti dalla famiglia di “cravattari”.
La sicurezza economico-finanziaria dei cittadini – così come delle imprese di ogni dimensione – passa anche dal contrasto agli ancora troppo diffusi fenomeni usurari; per questo la Guardia di Finanza ricorda che attività criminose come questa inneschino poi spirali infinite dalle conseguenze spesso tragiche, e che perciò vanno sempre denunciate anche avvalendosi del numero di pubblica utilità del Corpo “117” attivo – 24 ore su 24 – in tutto il territorio nazionale.