GdF: Roma, scoperta una truffa ai danni dell’azienda di trasporti pubblici capitolina Cotral

Giuseppe Magliocco

“Noi dobbiamo rubà nei modi giusti, noi dobbiamo rubà nei modi giusti”! Si traduceva in queste chiare parole (intercettate durante una conversazione telefonica) la filosofia truffaldina di un imprenditore romano 55enne, arrestato questa mattina dai finanzieri del Comando Provinciale di Roma al termine di una lunga indagine che ha messo in luce una reiterata quanto spudorata frode nei confronti del COTRAL s.p.a. (Compagnia Trasporti Laziali), attualmente la più grande azienda italiana di trasporti pubblici extraurbani.

Il sistema di frode messo in atto dal principale responsabile, con la complicità di alcune officine aggiudicatarie di appalti per la manutenzione degli autobus e di alcuni dipendenti infedeli dell’azienda stessa, era semplice ed oltremodo “remunerativa”: certificare l’avvenuta e corretta esecuzione di interventi di riparazione e manutenzione in realtà mai avvenuti.

Erano stati i vertici del COTRAL mettere sull’avviso i finanzieri capitolini dopo una lunghissima serie di guasti e malfunzionamenti vari che avevano bloccato un numero sproporzionato di vetture causando al contempo non pochi problemi alla cittadinanza, addirittura con il verificarsi di incendi a bordo che hanno messo a serio repentaglio l’incolumità degli dei passeggeri e degli autisti oltre che a causare pesanti problemi di viabilità, guasti che si potevano spiegare soltanto con una manutenzione mal eseguita o, peggio ancora, mai avvenuta.

Ed è stato così che le fiamme gialle capitoline hanno cominciato a verificare una gran mole di documenti nonché a mettere sotto controllo le utenze telefoniche dei sospettati, facendo presto emergere un allarmante quadro di connivenze e complicità varie che hanno poi causato un rilevante danno economico all’azienda.

Secondo quanto accettato dai militari, i pezzi da sostituire periodicamente venivano semplicemente ripuliti e rimontati sui mezzi, mentre altre parti di ricambio fornite direttamente dall’azienda erano fatti sparire per essere poi rivenduti a terzi (se non addirittura trattenuti per essere successivamente ri-addebitati all’azienda per altri lavori), il tutto con la necessaria complicità di alcuni capi-tecnici del COTRAL che falsamente attestavano l’avvenuta esecuzione degli interventi.    

Da notare come gli uomini della Guardia di Finanza – inchiodando i soggetti coinvolti alle loro pesanti responsabilità – abbiano addirittura esaminato i tracciati dei sistemi di geolocalizzazione istallati sui mezzi scoprendo che gli stessi, nei giorni in cui erano stati “certificati” come fermi per interventi di manutenzione, si trovassero in deposito se non addirittura in servizio.

Nel sistema truffaldino non sfuggiva neppure l’appalto per la manutenzione dei cronotachigrafi digitali istallati sugli autobus, quest’ultimo aggiudicato sulla base di un’offerta alquanto anomala per la sua esiguità, ma che la società aggiudicataria ben compensava non eseguendo gli interventi di manutenzione e neppure quelli di taratura sulle circa 1.400 vetture dell’azienda. Nei confronti di questa società i finanzieri hanno già operato il sequestro di disponibilità finanziarie per complessivi 91.000 euro, somma pari all’importo pagato dal COTRAL per un servizio che, di fatto, non era mai stato effettivamente prestato.

Nel corso delle indagini è altresì emerso come alcune parti di ricambio essenziali come quelle del sistema frenante, oltre a non essere sottoposte a revisione oppure sostituite, avessero già oltre 15 anni di vita, a riprova di come i responsabili non si facessero alcuno scrupolo pur di monetizzare al massimo con le loro manovre fraudolente.

Sconcertante anche la posizione di alcuni tecnici i quali, dopo essere stati nominati ausiliari di polizia giudiziaria nel corso delle indagini (chiaramente per fornire agli investigatori il loro apporto tecnico-professionale), si sono subito preoccupati di avvisare gli altri dipendenti coinvolti nelle attività di controllo e rimediando per questo un’ulteriore denuncia per rivelazione del segreto d’ufficio e favoreggiamento personale.

Al termine dell’indagine sono ben 50 le persone segnalate a vario titolo alla Procura della Repubblica di Roma per concorso in truffa aggravata ai danni dello Stato, frode nelle forniture pubbliche, attentato alla sicurezza dei trasporti, abuso d’ufficio, turbata libertà degli incanti oltre che per i reati di cui sopra.