GdF scopre una joint venture mafia-‘ndrangheta

Stefano Serafini

  Un’operazione congiunta fra Guardia di Finanza e Polizia di Stato, a contrasto della criminalità organizzata, è scattata alle prime luci dell’alba di oggi. I finanzieri dei Nuclei di Polizia Tributaria di Milano e Bologna, unitamente agli agenti della Squadra Mobile della Questura di Milano, hanno portato a termine la complessa operazione, coordinata dalla Procura di Milano – Direzione Distrettuale Antimafia, che ha visto l’esecuzione di 49 ordinanze di custodia cautelare ed il sequestro di beni patrimoniali nei confronti di altrettanti indagati (cittadini italiani, colombiani, cubani, egiziani, albanesi, marocchini), ritenuti a vario titolo responsabili di traffico internazionale di droga, estorsione, lesioni personali, intestazioni fittizie di beni, detenzione di armi clandestine e simulazione di reato.L’accorpamento di tre distinti filoni investigativi sui quali stavano lavorando i due Reparti della Guardia di Finanza e la Squadra Mobile di Milano, ha permesso di scoprire che alcuni sodalizi criminali di tipo mafioso e ‘ndranghetistico – operanti da oltre 20 anni sul territorio milanese – si erano accordati tra di loro per gestire, prendendo contatti diretti con i “cartelli” colombiani, ingenti importazioni di sostanze stupefacenti dal Sud America. Tra i vari accordi intrapresi con i narcotrafficanti colombiani era previsto anche un carico di 600 kg di cocaina in partenza da Panama ma che, però, non ha poi avuto buon fine grazie alla perfetta gestione e integrazione delle informazioni acquisite dagli uomini della Guardia di Finanza e della Polizia di Stato per mezzo delle quali è stato possibile ricostruire i ruoli dell’organizzazione, i metodi di occultamento dello stupefacente, le modalità di contrattazione nonché le tecniche di stoccaggio e rivendita della coca sul territorio lombardo. Contemporaneamente a ciò, le Fiamme Gialle di Bologna hanno eseguito accurate investigazioni patrimoniali volte a individuare il patrimonio illecitamente accumulato dai responsabili arrestati grazie al reimpiego dei proventi del traffico di stupefacenti. Gli accertamenti eseguiti dai finanzieri del capoluogo emiliano hanno così consentito di individuare e sottoporre a sequestro – nelle province di Milano, Pavia, Taranto, Cagliari e Torino – circa 115 tra abitazioni e terreni, oltre 40 tra automobili e motoveicoli, conti correnti e quote societarie. Il valore complessivo stimato dei beni sequestrati ammonta a oltre 50 milioni di euro.