GdF scopre vendita illegale di farmaci

Stefano Serafini

 

Un sistema di vendite illegali di farmaci realizzato presso alcune erboristerie cinesi è stato smantellato dai finanzieri del Comando Provinciale di Prato, che hanno provveduto al sequestro di 12.000 confezioni di medicinali tra anticoncezionali, antibiotici, cortisonici, antinfiammatori, analgesici, antipiretici e antiallergici. Denunciate sette persone, tutte di nazionalità cinese per esercizio abusivo della professione di farmacista e somministrazione di medicinali pericolosi per la salute pubblica. L’operazione delle Fiamme Gialle – chiamata in codice “Farmacina” – ha preso il via da un’attenta attività d’indagine indirizzata verso alcune erboristerie della chinatown pratese, dietro le quali si celavano vere e proprie farmacie illegali senza la benché minima presenza di un medico farmacista. Dopo aver monitorato tutte le erboristerie cinesi di Prato, i finanzieri sono simultaneamente intervenuti presso 6 di queste attività commerciali al fine riscontrare, effettivamente, quali fossero i prodotti veduti al dettaglio. Ed è stato a questo punto che si è concretizzato lo scenario ipotizzato dai militari della Guardia di Finanza, peraltro già noto ai numerosi clienti cinesi delle erboristerie controllate: oltre alle erbe, alle tisane e agli integratori, nelle stesse erboristerie venivano illegalmente venduti farmaci (prevalentemente d’importazione) per i quali è prevista la prescrizione medica, nonché dei farmaci da banco (i cosiddetti “OTC”). Su questi particolari farmaci a larga diffusione, i finanzieri hanno altresì rilevato la copertura della sigla “OTC” che avveniva con un tratto di pennarello, oppure con un’etichetta sovrapposta. Da rilevare come, anche per i farmaci da banco, sia necessaria la presenza e l’assistenza personale e diretta al cliente di un farmacista abilitato all’esercizio della professione e iscritto al relativo ordine mentre, nella circostanza, né i titolari, né gli addetti all’interno degli esercizi commerciali ispezionati, erano in possesso di alcun titolo di laurea della specie. I farmaci oggetto del sequestro, oltre ad essere in buona parte privi delle prescritte indicazioni in lingua italiana, in molti casi recavano un foglio illustrativo non originale che veniva realizzato direttamente al computer dal negoziante, circostanza questa che ha portato anche al sequestro di due pc e centinaia di “bugiardini” ed etichette falsi. Preoccupante anche la quantità di prodotti scaduti sequestrati dai finanzieri e le migliaia di differenti pillole separate, le cui dosi venivano predisposte in semplici involucri di carta direttamente dall’addetto al banco al momento della vendita, il tutto sulla base di una personale interpretazione dei malesseri manifestati dal cliente. L’operazione ha visto anche il sequestro di 3.500 prodotti non medicali posti in vendita senza alcuna indicazione in lingua italiana circa il contenuto, il nome del produttore, dell’importatore, le modalità d’utilizzo e la scadenza dell’articolo.