GdF sul mare del Lazio

Paola Fusco

    Il Reparto operativo aeronavale del Lazio, impiegando gli uomini dei propri  reparti dipendenti navali e aerei di Civitavecchia, Pratica di Mare, Anzio e Formia, esegue compiti che coinvolgono vari settori: dalla sorveglianza e sicurezza dei confini aerei e marittimi al contrasto al narcotraffico, dalle missioni di soccorso e salvataggio per la salvaguardia e sicurezza della vita umana in mare al contrasto all’immigrazione clandestina, fino ai controlli di polizia economica e finanziaria in mare e in porto, presso cantieri navali, rimessaggi situati lungo la fascia costiera, lungo le aste fluviali e lacuali e negli aeroporti per i controlli  di polizia ambientale e conseguenti danni all’ambiente. Evasori in mare Sono stati scoperti e verbalizzati 60 soggetti per irregolarità nella gestione dei prodotti petroliferi, imbarcati sui propri yacht commerciali e unità da diporto. L’escamotage a cui ricorre gran parte degli evasori marittimi per sottrarsi agli obblighi tributari, scoperti dai finanzieri, consiste nel tentativo di beneficiare di carburante agevolato destinato alla nautica commerciale, pur non avendone  requisiti previsti per legge. Per tentare quindi di pagare il gasolio a poco prezzo, hanno tentato di simulare attività commerciali di noleggio yacht, per le quali è previsto l’utilizzo di carburante sottoposto ad accisa agevolata. Creando fittiziamente società di charter nautico abbattevano i relativi costi di gestione rispetto a un’ordinaria unità da diporto utilizzando, in realtà, l’imbarcazione per usi privati. Lungo la fascia costiera del Lazio sono stati effettuati 52 controlli fiscali a società e soggetti individuali, oltre che durante le sistematiche e costanti operazioni di sorveglianza del mare territoriale laziale, anche all’interno di porti, porticcioli e cantieri navali di rimessaggio. Basilare l’ausilio degli elicotteri e del software “Mo.re.na”, strumento informatico di consultazione di memorie operative, che ha portato, incrociando dati riferiti a nominativi di imbarcazioni con informazioni delicate di anagrafe tributaria, all’individuazione di possibili casi di utilizzo improprio dell’agevolazione di accisa su carburanti. Le indagini hanno portato alla denuncia di 13 persone e accertato irregolarità sugli imbarchi per un totale di oltre 200.000 litri di carburante, con un’evasione pari a circa 87000 euro. Tutela ambiente L’uso di sistemi di pesca illegali mette a rischio l’ecosistema marino e causa un danno economico all’Erario e ai pescatori professionisti. Una pratica che coinvolge tutto il litorale laziale, 363 chilometri di costa, e tutti i settori, dalla piccola pesca a quella industriale.Le violazioni più comuni accertate dai finanzieri sono: l’utilizzo di maglie vietate, causa principale delle stragi di novellame, lo strascico sotto costa al di fuori dei limiti consentiti dalla legge (3 miglia dalla costa o oltre i 50 metri di profondità) e la pesca nelle aree marine protette. Lo scorso anno sono stati fermati 194 pescherecci e sono state riscontrate 39 violazioni per un totale di 44 soggetti contravvenzionati. Inoltre, in più occasioni, sono state sorprese persone intente alla pesca abusiva di ricci di mare, in alcuni casi anche in possesso di circa 5.000 esemplari, quantitativo cento volte superiore al massimo consentito di 50: la GdF ne ha sequestrati e liberati in mare oltre 15.000.   Inquinamento delle acque I liquami trattati senza il necessario controllo comportano gravi conseguenze per la salute dell’ambiente e dell’uomo. L’ecosistema fluviale-marittimo è minacciato dagli scarichi illegali di acque reflue provenienti da depuratori industriali e urbani. Nel corso del 2008 gli uomini del R.o.a.n. hanno posto sotto controllo 46 depuratori, tra potabilizzatori e acque reflue, sia urbani che industriali, riscontrando 60 irregolarità e denunciando 7 persone.  Droga e traffico marittimo La sorveglianza comporta l’osservazione, tramite l’apparato radar in dotazione alle unità aeronavali, e il controllo materiale delle unità navali che per dimensioni, rotte seguite, comportamenti e velocità destano maggiori sospetti di essere impiegate nel traffico di stupefacenti. I porti di Civitavecchia, Fiumicino e Gaeta sono a rischio di infiltrazione di droga e criminalità organizzata. E sono il frutto di indagini internazionali in collaborazione con il Gruppo operativo antidroga, il Gico di Roma e il Servizio centrale investigazione criminalità organizzata, i risultati dell’operazione “Argentario” che, coordinata dalla Dda di Roma, ha portato all’esecuzione di 12 ordinanze di custodia cautelare, sgominando un’organizzazione dedita a traffici internazionali di stupefacenti via mare, nonché  al sequestro di 300 kg di hashish puro. Tutto ciò si somma alle 20 tonnellate di hashish sequestrate  (assieme alle 10 imbarcazioni sequestrate e 99 persone arrestate)  risultati nella pluriennale e incessante lotta ai traffici di stupefacenti conseguiti sul mare del Lazio dal 1997 a oggi.   Demaniopoli È stato accertato dalla sezione operativa navale di Formia e Anzio CHE, su 409 controlli a immobili realizzati sul pubblico demanio, 114 erano in posizione irregolare rispetto alle normative poste a tutela del demanio marittimo, del paesaggio e delle bellezze naturali esistenti o alle dovute imposte da versare. Sono state individuate, grazie all’utilizzo di elicotteri, aree in corso di edificazioni poi rivelatesi abusive, alcune in zone a vincolo paesaggistico. Sono stati inoltre accertati 154 casi di violazioni sui non regolari pagamenti dei canoni concessori demaniali,  sulla addizionale regionale e dei canoni Ici sui beni demaniali. Molto incisivi anche i controlli all’interno del porto di Civitavecchia, dove sono stati già elevati 16 verbali per irregolarità Ici ad altrettanti titolari di attività commerciali. Individuato e sequestrato a Gaeta un vero “ecomostro”: un complesso residenziale del valore di circa 20 milioni di euro, edificato su un’area di 15 ettari sottoposta a vincoli ambientali e paesaggistici. Lavoro nero È stato siglato un protocollo di intesa per il contrasto all’impiego irregolare con I.p.se.ma. (Istituto di previdenza per il settore marittimo). Nel 2008 sono stati verbalizzati 29 casi di irregolarità sul lavoro (dai contributi previdenziali assistenziali non corrisposti fino a casi di lavoratori completamente in nero).