GdF: Torino, nuova operazione a contrasto del riciclaggio di denaro sporco. Arrestati 6 responsabili

Giuseppe Magliocco

Riciclaggio di denaro sporco e truffatori a loro volta “truffati” riciclatori; questa è la poco edificante sostanza della nuova operazione condotta dai finanzieri del Comando Provinciale di Torino che stamani hanno arrestato 6 persone nonché eseguito 50 perquisizioni presso abitazioni, studi professionali, e sedi di società private nelle provincie di Torino, Milano, Bergamo, Reggio Calabria, Pavia, Roma, Monza-Brianza e Asti.
L’odierna operazione, che le fiamme gialle torinesi hanno condotto sotto il diretto coordinamento della locale Procura della Repubblica, è il prolungamento di una precedente inchiesta che ad ottobre scorso portò agli arresti 26 persone, nonché alla scoperta di una truffa ai danni dello Stato per 700 milioni di euro perpetrata nel settore dei contributi pubblici, 110 dei quali poi riciclati in Italia.
Proprio sulla scorta delle risultanze ottenute da quella precedente maxi-operazione, i finanzieri hanno allargato il campo delle indagini al fine di rintracciare il denaro frutto delle truffe scoprendo come in quelle stesse attività di riciclaggio fossero in realtà coinvolti anche altri soggetti, tra cui due commercialisti milanesi che operavano attraverso società italiane ma anche ungheresi e maltesi.
Uno dei due commercialisti, con la collaborazione di un altro soggetto, evidentemente ancora non pago di quanto riusciva ad intascare mettendo a disposizione le sue competenze professionali nel riciclare ingenti somme denaro sporco, approfittando della paura dei propri “clienti” di vedersi scoperti aveva detto loro che per garantirsi opportune “coperture” da parte di sedicenti funzionari pubblici dovevano versare altri soldi con cui avrebbero tenuto buoni funzionari troppo solerti, assicurando così il buon fine delle operazioni di riciclaggio.
Come scoperto dagli investigatori della GDF, però, non esisteva nessun funzionario da corrompere e l’escamotage utilizzato dai professionisti si è così rivelato per quello che era: una truffa nella truffa, peraltro anche ben remunerata atteso che le somme versate a fronte di tali millantati crediti è superiore ai 3 milioni di euro mentre uno dei millantatori, tra l’altro, si sarebbe addirittura spacciato per un appartenente alla Guardia di Finanza.
All’astuto raggiro avrebbe altresì preso parte un avvocato del Foro di Torino, legale di uno degli indagati, che a sua volta si trova ora indagato per millantato credito e ricettazione.