GdF: Torino, omesso versamento della tassa di soggiorno nei comuni delle olimpiadi Invernali del 2006

Enrico Fiorenza

Oltre 30 imprenditori del settore alberghiero sono stati denunciati dalla Guardia di Finanza di Torino perché non hanno versato una somma complessivamente ammontante a 300.000 derivante dalla c.d. “tassa di soggiorno”.
Si tratta di strutture ricettive operanti nei Comuni olimpici di Pragelato, Claviere, Cesana, Sestriere, Sauze D’Oulx e Bardonecchia, i cui rispettivi gestori si trovano ora indagati per il reato di peculato.
L’operazione delle fiamme gialle torinesi, avviata anche a seguito di alcune segnalazioni pervenute dagli uffici dei Comuni interessati, si è così sviluppata attraverso l’esame di una voluminosa documentazione, incrocio di dati e riscontro su quanto previsto in materia dai rispettivi Regolamenti comunali; attività che hanno poi portato all’esatta quantificazione di quanto indebitamente sottratto agli Enti locali effettivi percettori del tributo e che, proprio durante la stagione sciistica, fanno affidamento su questi particolari introiti per rinsaldare i propri bilanci.
Il rischio che ora corrono i “furbetti” scovati dalla Guardia di Finanza è concreto da punto di vista penale giacché, secondo un recente orientamento giurisprudenziale, il mancato versamento dell’imposta di soggiorno da parte di un albergatore configura il reato di peculato, atteso che per questi obblighi di natura tributaria gli operatori economici del settore assumono la veste di “incaricato di pubblico servizio”.
Proprio al riguardo, giova evidenziare come il gestore di una struttura alberghiera debba sottostare alle stesse responsabilità di qualsiasi funzionario che maneggia denaro pubblico; denaro che gli stessi incamerano dai propri clienti come tassa di soggiorno, ma alla cui detenzione non hanno alcun titolo se non per il tempo previsto al versamento in favore dei Comuni la prevedono, e che è invero molto diffusa in Paese ad indiscutibile vocazione turistica come l’Italia.
Anche per tale motivo, oltre alla denuncia penale dei responsabili, le cui posizioni saranno al più presto vagliate una ad una dalla competente Autorità Giudiziaria, scattano già nei confronti degli stessi anche le previste sanzioni amministrative.
La vicenda, ancora una volta, mette in luce quali siano peculiari capacità investigative e d’intervento della Guardia di Finanza nel settore tributario, nonché il ruolo sempre più importante che il Corpo sta assumendo nella tutela dei bilanci dei grandi Enti pubblici come delle realtà amministrative più piccole e che, proprio con operazioni come questa, garantisce altresì i princìpi di libera concorrenza per gli altri operatori economici che lavorano e producono i propri redditi d’impresa nel pieno rispetto delle regole.