GdF: Varese, scoperta evasione fiscale nel settore degli aerotaxi

Enrico Fiorenza

È stata calcolata in almeno 640mila euro l’evasione fiscale rilevata dai finanzieri del Comando Provinciale di Varese, che hanno passato al setaccio le documentazioni di 236 società operanti nel settore dei servizi aerei di trasporto passeggeri (c.d. “aerotaxi”) normalmente utilizzati in alternativa ai comuni voli di linea.
L’attività di polizia tributaria condotta dalle fiamme gialle varesine ha riguardato il periodo 2013 – 2017, concentrandosi su oltre 2.000 movimenti in partenza/arrivo dall’aeroporto di Milano-Malpensa e che hanno interessato oltre 6.000 passeggeri per i quali, da quanto emerge all’esito delle verifiche, sono però stati omessi i versamenti dell’imposta dovuta.
Secondo quanto stabilito dall’attuale normativa fiscale, l’imposta erariale per questi servizi di trasporto aereo effettuati con velivoli aventi capienza totale non superiore ai 19 posti ricade sui passeggeri che, nello specifico, debbono corrispondere al vettore aereo utilizzato una somma che varia dai 100 ai 200 euro in ragione delle distanze percorse.
Per ricostruire la non certo indifferente mole di voli compiuti peraltro in un arco di tempo pluriennale, i finanzieri hanno quindi dovuto accertate le violazioni attraverso una minuziosa comparazione dei documenti di viaggio compilati dalle società di handling, incrociandoli poi con quelli relativi ai versamenti effettivamente compiuti nei riguardi dell’Erario.
È così emersa una prassi irregolare e piuttosto diffusa tra svariate società del settore che, nell’abbattere i costi del biglietto attirando così più clientela, non adempiono a questi obblighi di natura fiscale causando però un danno doppio, sia per le casse dello Stato, sia per le compagnie che operano nel rispetto delle norme ma, che proprio per queste condotte irregolari, si vedono penalizzate nei loro fatturati.
Al di là dei specifici compiti di polizia economico-finanziaria demandati alla Guardia di Finanza, accertamenti come questi servono proprio a rimarcare come il Corpo, nel tutelare le entrate fiscali nazionali, in realtà si ponga al fianco di quelle realtà imprenditoriali che, pur fra le molte difficoltà imposte dai periodi di crisi economica, continuano a lavorare senza mettere in atto nessuna forma di concorrenza sleale che, come in questi casi, viene realizzata non con il miglioramento dei propri servizi e della propria offerta, bensì “abbattendo” fraudolentemente i costi che derivano dagli obblighi con il Fisco.