Giorno della memoria: la Polizia ricorda Palatucci

Paola Fusco

Nel Giorno della memoria la Polizia di Stato ricorda un uomo morto per salvare migliaia di ebrei: l’ultimo questore di Fiume, Giovanni Palatucci. La condotta del poliziotto, che ha soccorso e aiutato le persone più deboli e indifese, lo ha reso degno dei più alti riconoscimenti: dalla proclamazione nel 1990 di "Giusto tra le nazioni" fino all’attribuzione nel primo grado nel processo di canonizzazione nel 2004 di "poliziotto beato". Il presidente della Repubblica italiana gli conferì, nel 1995, la Medaglia d’oro al merito civile alla memoria, mentre l’Unione delle comunità ebraiche d’Italia gli ha assegnò la medaglia d’oro alla memoria già nel 1955. "La Polizia significa vita, quella vita che serve ad aiutare il prossimo, la povera gente": queste le parole pronunciate da Giovanni Palatucci, pochi giorni prima della deportazione, ai suoi collaboratori. Palatucci morì all’età di 36 anni nel campo di concentramento di Dachau il 10 febbraio 1945, dopo essere riuscito ad aiutare migliaia di perseguitati dalla politica razziale messa in atto dal fascismo in quegli anni. Sono molti i tributi alla sua memoria con intitolazioni di piazze, vie, scuole in numerose città d’Italia. Anche a Tel Aviv nel ’53 gli vennero dedicati un parco e una strada lungo la quale furono piantati 36 alberi, corrispondenti alla sua età al momento della morte e nel ’55 il popolo ebraico gli ha dedicato un bosco sulla collina della Giudea vicino a Gerusalemme. Inoltre, su iniziativa dei cappellani della Polizia di Stato, nel 1999 è stata costituita un’associazione che conta 1.500 soci, con il fine di mantenerne viva la memoria e onorarne le virtù umane.