Lanciano, violenze in un carcere: agente ferito da detenuto

redazione

Aggressione in carcere, giovedì scorso, nel carcere di Lanciano, con un poliziotto penitenziario contuso. A darne notizia è Donato Capece, Segretario Generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE: ” “Ogni giorno succede qualcosa, ed è quasi diventato ordinario denunciare quel che accade tra le sbarre delle carceri italiane”, denuncia. “Nella serata di giovedì scorso, 30 agosto, un Assistente Capo di Polizia Penitenziaria in servizio di turno serale nel carcere di Lanciano è stato aggredito da un detenuto italiano; il collega ha dovuto far ricorso alle cure del locale pronto soccorso. Purtroppo non siamo nuovi ad episodi del genere, soprattutto da quando il Provveditorato dell’Amministrazione penitenziaria riserva l’assegnazione al carcere di Lanciano di detenuti sempre più problematici, in particolar modo quelli appartenenti al circuito media sicurezza. La situazione relativa al personale della Casa Circondariale di Lanciano, sempre in carenza di organico, è stata aggravata dalla riapertura di un reparto chiuso. Siamo stanchi di tutto e siamo stanchi di essere diventati “carne da macello” completamente inermi ed osservatori passivi del declino del nostro glorioso Corpo di Polizia. Non ci si ostini a vedere le carceri con l’occhio deformato dalle preconcette impostazioni ideologiche, che vogliono rappresentare una situazione di normalità che non c’è affatto: gli Agenti di Polizia Penitenziaria devono andare al lavoro con la garanzia di non essere insultati, offesi o – peggio – aggrediti da una parte di popolazione detenuta che non ha alcun ritegno ad alterare in ogni modo la sicurezza e l’ordine interno”.
Capece, che esprime solidarietà e ha parole di apprezzamento per l’Assistente Capo contuso a Lanciano, afferma : “Ogni giorno giungono notizie di aggressioni a donne e uomini del Corpo in servizio negli Istituti penitenziari del Paese, sempre più contusi, feriti, umiliati e vittime di violenze da parte di una parte di popolazione detenuta che non ha alcuna remora a scagliarsi contro chi in carcere rappresenta lo Stato. E allora è mai possibile che nessuno, al Ministero della Giustizia e al Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, abbia pensato di introdurre anche per la Polizia Penitenziaria ed i suoi appartenenti, per fronteggiare ed impedire aggressioni fisiche e selvagge, strumenti come quelli in uso a Polizia di Stato e Carabinieri, ossia pistola “taser” e spray al peperoncino?”.