L’archeomafia raccontata con i fumetti

redazione

Da un’idea di Legambiente in collaborazione con i Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale arrivano una mostra e un libro per raccontare il fenomeno dell’archeomafia attraverso il fumetto.
“Storie d’arte e di misfatti” è una mostra unica che raccoglie 48 opere grafiche tra i più importanti artisti del fumetto accanto a sei preziosi reperti conservati al deposito attrezzato di Musè  recuperati dal Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale.
La mostra, inaugurata ieri martedì 3 agosto presso il Musé di Celano Paludi (Aq), dopo essere stata allestita nell’Istituto Nazionale per la Grafica a Roma, è stata rivisitata e riallestita dal Circolo Legambiente Abruzzo Beni Culturali e dallo staff del Musè con opere in parte appartenenti al museo di Preistoria ed in parte provenienti dal Museo Nazionale d’Abruzzo recuperate dal sisma.
La mostra si inserisce nelle attività del Laboratorio Aperto “Terra Madre Abruzzo” che continueranno fino a dicembre 2010; è ad ingresso gratuito e sarà visitabile fino al 15 settembre, dal martedì alla domenica dalle 9 alle 19,30. I venerdì, i sabato e le domeniche di agosto il museo resterà aperto fino alla mezzanotte.
La mostra “Storie d’arte e di misfatti” è corredata da un libro-catalogo pubblicato da Francesco Coniglio Editore e a cura di Paolo Barcucci con testi di Silvano Mezzavilla, Paolo Barcucci e Alessandro Ruggieri.
I racconti che compongono “Storie d’arte e di misfatti” sono tutti sceneggiati da Silvano Mezzavilla e disegnati da Giancarlo Alessandrini, Sara Colaone, Marco Corona, Giuseppe Palumbo, Maurizio Ribichini, Fabio Visintin.

Quali sono gli ambiti d’azione dei trafficanti d’arte? Quali i meccanismi che consentono la misteriosa sparizione di oggetti preziosi da musei pubblici e privati, Palazzi storici e biblioteche e il loro occulto e lucroso commercio? Quanto incide questo meccanismo sulla legalità e l’economia internazionale? Difficile rispondere con precisione alle domande relative a un business poco conosciuto, in gran parte, anzi, ignorato dall’opinione pubblica. Eppure è anche attraverso la vendita illegale dei beni artistici e culturali che vengono sostenute le organizzazioni criminali, i traffici di droga e il terrorismo, e l’Italia, che è il paese con più opere d’arte da custodire, è anche quello maggiormente esposto ai rischi di aggressione da parte delle organizzazioni criminali, spesso anche mafiose. Un fenomeno che di riflesso in Abruzzo è ad altissimo rischio, in un momento così delicato di Ricostruzione in cui la parola Legalità dovrebbe essere all’ordine del giorno.
Nel solo 2009 i furti d’arte in Italia 882 furti di opere d’arte effettuati, 13.219 oggetti trafugati, 1.220 persone indagate, 45 arresti; ma anche 19.043 beni culturali illecitamente sottratti recuperati, insieme a 14.596 reperti paleontologici e 55.586 archeologici. Grazie all’attività del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale sono stati recuperati 55.586 reperti archeologici, provenienti da scavi clandestini e 19.043 oggetti d’arte rubati. Ad essere prese di mira dai “Lupin dell’arte” le collezioni, gli archivi e le biblioteche, sia pubbliche che private, ma anche le chiese e gli istituti religiosi diffusi sul territorio.
Da qui nasce l’idea di Storie d’Arte e di Misfatti: sei indagini sull’archeomafia dei “Carabinieri per l’Arte”, raccontate a fumetti per Legambiente e che sono state presentate ieri al museo Musè di Celano dalla direttrice regionale per i Beni Culturali e paesaggistici dell’Abruzzo Anna Maria Reggiani, dal direttore del museo Musè Geltrude Di Matteo, dal presidente nazionale di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza, e dal tenente Giovanni Prisco, ufficiale addetto al Reparto Operativo del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale.

«La prevenzione che le  strutture del MiBAC mettono in atto – spiega la direttrice regionale BCP Abruzzo Anna Maria Reggiani – si basa sulla valorizzazione sia di quanto viene restituito alle sedi di appartenenza, che dei musei stessi, accanto a quello  della difesa del patrimonio contro il traffico illecito, che é attività istituzionale delle Forze dell’Ordine. La prevenzione perciò deve essere coniugata con l’impegno da parte delle nostre strutture, dislocate a vari livelli, ad una promozione a tutto campo per sottrarre i musei a quella “penombra” che se non contrastata, favorisce la diffusione indisturbata del crimine. Il Musè di Paludi di Celano, che è una giovane istituzione che si apre al mondo della cultura, ospita dopo l’Istituto Nazionale per la Grafica di Roma, la mostra dedicata all’archeomafia attraverso la tecnica del fumetto, che applicata ai beni culturali è da considerarsi innovativa. In questo modo anche questa struttura marsicana darà il proprio contributo a far conoscere ad un pubblico soprattutto di giovani, un’attività insostituibile per il nostro patrimonio».

«Questa iniziativa si inserisce perfettamente nella filosofia di un museo, anzi di un Musè, dinamico e costruttivo – dichiara Geltrude Di Matteo – Un laboratorio di idee non solo sul nostro passato ma soprattutto sul nostro presente, che interpreti le esigenze e le curiosità delle persone e ne vada a stimolare le riflessioni. Tutto questo con un’attenzione particolare ai nuovi linguaggi: e noi riteniamo che l’arte del fumetto meriti di entrare in un museo».

«La cura e la tutela dei nostri beni artistici, storici e archeologici è fondamentale per la salvaguardia della nostra identità nazionale – ha dichiarato il presidente nazionale di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza – Grazie all’ormai storica collaborazione con il Comando dei Carabinieri del Patrimonio Culturale, ogni anno raccontiamo in Ecomafia il rapporto dedicato ai crimini contro l’ambiente, le vicende e i danni perpetrati dai criminali dediti ai traffici d’arte. Quest’anno, in virtù della partecipazione di alcuni autorevoli rappresentanti del mondo del fumetto, abbiamo voluto mettere in campo un’operazione mirata ad ampliare la comunicazione in modo da coinvolgere, attraverso l’arte del racconto grafico, i giovani, più vicini alle forme artistiche ed espressive contemporanee».

«Abbiamo partecipato con convinzione alla realizzazione di questa mostra perché crediamo che sia importante sensibilizzare i più giovani e avvicinare i temi della legalità ad un pubblico sempre più vasto – ha dichiarato il generale Giovanni Nistri, comandante – Il Comando dei Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale da quarant’anni si occupa della salvaguardia del patrimonio culturale nazionale, in Italia e all’estero, attraverso la prevenzione e la repressione delle violazioni alla legislazione di tutela dei beni culturali e paesaggistici con strumenti informatici e investigativi d’avanguardia. Utilizzare le nuove forme d’arte e l’immediatezza del messaggio grafico può consentire un ulteriore passo avanti nel coinvolgimento dell’opinione pubblica sul tema dell’archeomafia».

LA MOSTRA

“Colori nel buio” è il titolo del fumetto disegnato da Marco Corona, relativo all’indagine dal nome in codice “Porta Portese”: nel grigiore asettico dell’obitorio, l’infermiere è solo davanti al cadavere. E, con i pennelli, sembra volerne riprodurre le fattezze o fissare sulla tela il silenzio della morte. In realtà inonda di colori smaglianti la propria giornata, copiando i gesti e la tavolozza di un grande artista. L’annuncio dell’arrivo dei carabinieri nella sua abitazione dissolve la sua illusione.
“L’offerta”, di Sara Colaone, si ispira all’Operazione “Satricum”: nell’agro pontino migliaia di anni fa. Un nonno e un bambino raccolgono argilla dal fondo di uno stagno. Da molti segni, nell’acqua e nell’aria, il vecchio ritiene che quello sia il giorno giusto per insegnare al nipote l’arte della terracotta. Così il bimbo realizza un vaso che verrà offerto in dono agli dei. Il vaso, molti secoli dopo, emergerà durante uno scavo e verrà salvato dai carabinieri prima di essere abusivamente venduto.
“Ex libris” è il fumetto illustrato da Fabio Visintin che si rifà all’indagine denominata “Operazione Biblioteca Angelica”: da bambino, il protagonista fantasticava sfogliando i libri dell’immensa libreria paterna; da adulto la conoscenza dei volumi antichi lo fa diventare un autorevole bibliofilo. Ma l’ingresso in un casinò francese gli spalanca le porte di una nuova passione: il gioco. Bisognoso di denaro per soddisfare l’insaziabile passione, finirà per vendere tutti i testi della ricca biblioteca di famiglia e poi a trafugare pezzi di alto valore da biblioteche comunali e religiose. Soltanto il suo arresto porrà fine ad una attività criminale che ha provocato danni enormi al patrimonio bibliografico italiano.
“Reperti”, di Giancarlo Alessandrini illustra l’indagine del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale “Operazione Domitilla”: a bordo di un elicottero dell’Arma, un maresciallo dei Carabinieri racconta al collega che pilota il velivolo un’indagine che portò alla denunzia del padrone della villa sull’Appia antica che in quel momento stanno sorvolando. L’uomo aveva tentato di vendere su un sito di aste on-line un mosaico paleocristiano proveniente da una cripta catacombale, danneggiata durante i lavori per la costruzione nel parco di una piscina abusiva.
“Fiori finti”, illustrato da Maurizio Ribichini, richiama invece l’indagine denominata “Casa d’aste”: Porta Portese, la domenica mattina. Nel caotico mercatino, un maresciallo accompagna un giovane brigadiere della sezione “falsi e arte contemporanea” con l’obiettivo di mostrargli un aspetto del loro lavoro: ispezionare i luoghi dove non è raro che opere d’arte vengano ricettate. Dai banchi del caotico mercatino, in cui i movimenti dei visitatori ricordano vorticose immagini futuriste, giungono alla sede del Comando, dove il maresciallo prosegue il proprio ruolo di mentore, introducendo il collega al caveau ricco di opere d’arte sequestrate (e in attesa di essere riconsegnate ai relativi proprietari) e ai sotterranei dove sono depositati moltissimi oggetti falsi che i carabinieri hanno il compito di distruggere.
“Una Sacra Famiglia” è il titolo del fumetto di Giuseppe Palombo nato dall’indagine “Luca Giordano”: siamo verso la fine dell’Ottocento. Gli abitanti di un borgo dell’Appennino aspettano con ansia il ritorno del parroco andato in città a prendere un quadro commissionato ad un pittore locale, raffigurante la Sacra Famiglia. Un secolo dopo, ai giorni nostri, quel dipinto è nell’abitazione di un malavitoso. Grazie all’expertise di un critico d’arte compiacente, quel dipinto risulterà opera di un grande artista del Seicento, aumentando così enormemente il proprio valore. Ma irrompono i carabinieri e il delinquente finisce ammanettato.