L’autotrasporto merci deve essere annoverato tra le infrastrutture critiche

Red

Non solo reti energetiche, di telecomunicazioni, tecnologiche, logistiche ed infrastrutturali, ma anche l’autotrasporto merci deve essere annoverato tra le infrastrutture critiche, ossia quelle vitali per il buon funzionamento di un Paese, come hanno dimostrato, al di là di ogni previsione, i fatti di questi giorni. Per questo serve l’istituzione al più presto di una regia alla Presidenza del Consiglio dei Ministri in grado di gestire qualsiasi emergenza – attentato, incidente, disastro o anche sciopero – che coinvolga la Nazione. Lo chiede il prof. Salvatore Tucci (ordinario di sistemi di elaborazione dell’Informazione alla Facoltà di Ingegneria dell’Università di Roma Tor Vergata) nella sua veste di presidente dell’AIIC, l’Associazione Italiana esperti Infrastrutture Critiche.

«Quanto è successo in questi giorni, a prescindere dalle cause, dimostra che la nostra società è strettamente dipendente anche dal sistema di trasporto su gomma. L’interruzione dei servizi di autotrasporto ha avuto immediate e pesanti conseguenze non solo sulla mobilità stradale, ma ha contagiato anche molti settori produttivi, il sistema finanziario e sanitario, altri trasporti condizionando le stesse abitudini di vita degli italiani», ha detto Tucci, sottolineando che «ad un’analisi più attenta emerge che le conseguenze dei disservizi si sono estese a cascata sfruttando le numerose interdipendenze, molte delle quali non sempre di immediata percezione, esistenti fra le diverse infrastrutture che sono alla base delle società moderne».

Le crescenti interoperabilità, integrazione, globalizzazione nei diversi ambiti ed in quello tecnologico in particolare hanno fatto si che le conseguenze di un evento negativo si amplificassero e propagassero in poco tempo innescando la progressione esponenziale delle conseguenze negative.

L’esigenza di affrontare in modo diverso la gestione e la salvaguardia di questi sistemi ha così portato alla nascita, nel mondo, di specifiche strategie per la “protezione delle infrastrutture critiche”. «A differenza di quanto si sta facendo negli altri Stati, in Italia purtroppo la tematica non è adeguatamente sentita e presente nell’agenda istituzionale», ha rilevato Tucci ponendo «la necessità di costituire presto una cabina di regia alla Presidenza del Consiglio dei Ministri per creare una visione unitaria e sinergica, integrando e completando le viste parziali che oggi si hanno data l’attuale frammentazione delle competenze fra le diverse autorità e dicasteri. Ciò consentirebbe di poter definire strategie ed interventi “trasversali”, tesi sia a prevenire l’amplificarsi delle conseguenze negative, sia la capacità di gestire i “disastri” tecnologici potendo contare su una piena comprensione di quanto sta accadendo».

Tucci ha inoltre affermato che «l’opportunità e la necessità di definire tale cabina di regia è un elemento ormai talmente evidente, che non solo la quasi totalità dei Paesi industrializzati ha già da tempo creato una tale struttura, ma è addirittura indicata quale obbligo nella recente proposta di direttiva UE sulla materia».

Infine Tucci ha ribadito che «è fondamentale che anche l’Italia cominci ad occuparsi in modo diverso del problema delle grandi infrastrutture per evitare che si accentui il gap che si sta creando nei confronti degli altri Stati e ciò anche in considerazione del ruolo strategico che giocano le infrastrutture tecnologiche per quel che concerna le capacità produttive, di sviluppo e di crescita del Paese». –