Milano: catturato il detenuto evaso dal carcere minorile a fine dicembre

redazione

E’ stato catturato ieri, in una operazione interforze che ha coinvolto personale della Polizia Penitenziaria e delle altre Forze dell’Ordine, il giovane detenuto albanese che poco più di una settimana era evaso dal carcere milanese di Beccaria. Ma ieri un altro detenuto, anch’esso minore e straniero, è fuggito rocambolescamente dall’Istituto penale per minorenni meneghino. Ne da notizia il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, il più rappresentativo dei Baschi Azzurri.

“Brillante è stata l’operazione di servizio che ha porttao alla cattura del primo detenuto evaso, ma quella di ieri è stata un’evasione annunciata”, denuncia Donato Capece, segretario generale del SAPPE. “Avevamo denunciato le troppe criticità del carcere minorile Beccaria che avevano inciso, seppur indirettamente, sulla prima evasione e il non aver assunto alcun provvedimento concreto ha favorito un nuovo grave episodio di  analogo tenore. Ieri è infatti evaso H.N., nomade di 15 anni, detenuto per furto e rapine. Il ragazzo apparteneva alla stessa sezione detentiva da cui era evaso il primo detenuto minorenne e simili sono state le condizioni. Mentre era all’aria un altro detenuto ha finto un malore e H.N., approfittando della complicità degli altri detenuti che hanno finto di prestare un primo soccorso al sedicente malato, nelle more dell’intervento della Polizia Penitenziaria, è stato aiutato a scavalcare il muro di cinta. Questo anche perché l’amministrazione probabilmente non aveva ritenuto "abbastanza pericolose" le falle nel muro di cinta e nei cancelli che erano stati segnalati da tempo dal SAPPE. Dovremmo vedere scappare altri detenuti prima che ci si decida a fare qualcosa?”.

“Va ribadito con forza che le carceri, per minori e per adulti, sono più sicure assumendo gli Agenti di Polizia Penitenziaria che mancano, finanziando gli interventi per far funzionare i sistemi di sicurezza interna, potenziando i livelli di sicurezza delle carceri”, conclude Capece. ”Altro che la vigilanza dinamica, che vorrebbe meno ore i detenuti in cella senza però fare alcunchè. Al superamento del concetto dello spazio di perimetrazione della cella e alla maggiore apertura per i detenuti deve associarsi la necessità che questi svolgano attività lavorativa e che il personale di Polizia Penitenziaria sia esentato da responsabilità derivanti da un servizio svolto in modo dinamico, che vuol dire porre in capo a un solo poliziotto quello che oggi fanno quattro o più agenti, a tutto discapito della sicurezza. Le idee e i progetti dell’Amministrazione Penitenziaria e della Giustizia minorile, in questa direzione, si confermano ogni giorno di più clamorosamente fallimentari e sbagliati”.