Omicidio stradale. Serve un nuovo reato?

red

Introdurre nel codice penale il reato di omicidio stradale. E’ quanto prevede una proposta di legge delega al governo per la riforma del codice della strada a  prima firma del presidente della commissione Trasporti della Camera, onorevole Mario Valducci (Pdl). La nuova fattispecie di reato porterebbe il minimo della pena per chi, ubriaco o sotto l’effetto di stupefacenti, si mette alla guida e uccide sulla strada, a otto anni,  limite che ne rende di fatto impossibile la sospensione. Anche il ministro dei Trasporti, Corrado Passera, in una recente audizione a Montecitorio, si è detto favorevole all’introduzione del reato, che vede invece contraria la vicepresidente della Commissione, l’onorevole Silvia Velo del Pd. Come prima firmataria di una proposta di legge delega al governo, Velo propone di rivedere la prassi e ridurre in sede di giudizio il ricorso ad attenuanti e sconti per chi uccide sulla strada. Anche Luigi Li Gotti, senatore dell’Italia dei valori ed ex magistrato, spiega che quando si uccide qualcuno sulla strada nel codice penale si parla sempre e comunque di omicidio, mai di incidente; sarebbe quindi inutile parlare di “nuovo reato” o pensare di cambiare nome a reati già esistenti, più utile sarebbe invece optare per la non sospensione della pena. 

Domenica 18 marzo alle 11, a “In nome della legge” su Radio Rai-Gr Parlamento, se ne parla con i parlamentari citati, con Giordano Biserni, presidente di Asaps-Associazione sostenitori della Polizia stradale, e con Domenico Musicco, avvocato dell’Aifvs-Associazione familiari vittime della strada.